Il Toro non fa festa nelle feste: il dato (inquietante) che preoccupa anche Baroni (e Cairo)

Sassuolo, Cagliari, Verona e Udinese: sono questi gli ultimi quattro impegni del Toro di Marco Baroni per chiudere il girone di andata nel migliore dei modi. Obiettivo? Con a disposizione la bellezza di 12 punti, e con sfide - almeno sulla carta - a portata di mano, è superare ampiamente quota 20, il minimo sindacale per una formazione che almeno a inizio anno aveva come obiettivo quello di puntare alla zona Europa. Obiettivo che con il trascorrere delle giornate, complice un andamento a dir poco sull’ottovolante, è sfumato, momentaneamente. La classifica, sia a guardarla verso il basso sia a guardarla verso l’alto però, lascia aperte a tutte le ipotesi. Basta poco per rifinire «nelle sabbie mobili o a un passo dal baratro», come ha definito la zona retrocessione il neo direttore sportivo Gianluca Petrachi nella conferenza stampa di presentazione di una decina di giorni fa.

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Per questo le prossime quattro sfide potrebbero decidere e soprattutto soppesare il valore della rosa di Marco Baroni e il tipo di campionato che andrà a disputare da qui a fine stagione. Contro la Cremonese sono arrivate le risposte – seppure con l’aiuto dell’arbitro – che ci si attendeva, specie dal punto di vista del risultato. C’è però un però, e a dirlo sono le statistiche: il Toro nel periodo natalizio palesa difficoltà a vincere e a portare a casa il bottino pieno prefissato. Le festività si avvicinano ma per i granata l’ultima partita delle feste – anche il campionato non si fermerà - continua a rappresentare un tabù da qualche anno a questa parte. L’ultima vittoria sotto l’albero di Natale, infatti, risale al 22 dicembre 2016, quando capitan Belotti stese il Genoa regalando all’allora tecnico Sinisa Mihajlovic tre punti pesanti, che catapultarono il Toro all’ottavo posto in classifica. Un tabù, dunque, che dura da nove anni e che Baroni proverà a sfatare.

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