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A Giaveno

Omicidio del biker, il processo è da rifare: la Cassazione annulla la condanna

La difesa di Eric Romano: «I giudici hanno accolto in pieno le nostre argomentazioni»

Alessandro Gino vittima omicidio Giaveno

La vittima dell'omicidio, Alessandro Gino

In pochi secondi, la sera del 12 gennaio 2017, quel proiettile di rimbalzo ha messo fine alla vita Alessandro Gino, biker degli Hell's Angels ucciso a 47 anni. Ma ci vorranno più di sei anni e una serie infinita di udienze per concludere i processi a carico di Eric e Claudio Romano, padre e figlio accusati di quell’omicidio: martedì la quinta sezione della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Assise d’appello di Torino, che aveva condannato Eric Romano a 17 anni e 4 mesi.
I fatti: in uno spiazzo di L’Aquila, località di Giaveno, un furgone e una jeep si misero a eseguire delle manovre sulla strada ghiacciata. I motociclisti presenti protestarono e le due vetture si allontanarono. Mezz’ora dopo salì a L’Aquila una Mini Cooper da cui una persona scese e sparò i colpi di pistola che uccisero il motociclista.

I rilievi dei carabinieri sul luogo dell'omicidio, in località L'Aquila a Giaveno

Secondo l’accusa era stato Eric Romano, all’epoca 19enne, ad aprire il fuoco con una pistola Glok. E ad uccidere Gino sarebbe stato un frammento di proiettile che avrebbe cambiato traiettoria dopo aver impattato sul terreno.
Poi l’auto, con a bordo Eric, il padre Claudio e il cugino Manuel Morisciano, era ripartita travolgendo Pierluigi Ozzello, poi ricoverato in ospedale a causa della frattura del femore destro.

Nel gennaio 2022 si era concluso il processo d’appello bis dopo il rinvio della Cassazione: Claudio Romano, ex assessore a Giaveno, è stato condannato a 10 anni, dopo che i giudici di secondo grado lo hanno assolto dall’accusa del tentato omicidio del secondo biker. Il figlio Eric, invece, è stato condannato a 17 anni e 4 mesi e giudicato colpevole sia dell’omicidio di Gino che del ferimento del secondo biker.
I difensori del giovane, il cassazionista Alessandro Parrotta e l’avvocato Benedetta Perego, hanno impugnato la sentenza contestando la condanna per il tentato omicidio. Secondo la difesa, «non poteva condividersi né la qualificazione giuridica del fatto - tentato omicidio - né tanto meno la partecipazione di Eric Romano nello stesso». Ora la Corte ha annullato la sentenza: «I giudici di legittimità hanno accolto in pieno le argomentazioni della difesa: per la terza volta il caso tornerà di fronte al giudice d’appello per la corretta qualificazione».

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