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Il ritratto

Ecco chi era Marco Conforti, il re delle autoscuole trovato morto nel bagagliaio del Suv

Lo sfogo della cugina: «Il colpevole la pagherà»

Marco Conforti morto giallo

Marco Conforti al simulatore di guida

«Chi ti ha fatto questo, cugino mio, la pagherà molto cara».
Non usa mezzi termini Sonia Fiore, cugina di Marco Conforti, l’uomo trovato senza vita nel bagagliaio della sua auto tra via Rovigo e strada del Fortino, a Torino. Una “morte sospetta”, come la definiscono gli inquirenti, che lei e gli altri familiari non riescono proprio a spiegarsi: «Non aveva nemici» prosegue Fiore. «Gli affari gli andavano bene, era felice: a lui piacevano le donne e le macchine» si limita a dire Demetrio Modafferi, patrigno della vittima, noto a Chivasso per essere stato consigliere comunale e per essere finito in manette per detenzione illegale di armi (ma poi il procedimento è stato archiviato e lui è stato risarcito per l’ingiusta detenzione).

L’intera famiglia di Conforti era originaria di Chivasso ma lui abitava in strada Rimbaudo a Castagneto Po: era rimasto a vivere lì, in un appartamento separato da quello in cui abitano l’ex moglie Serena Panico e i due figli. Che ora sono distrutti, chiusi nel loro silenzio mentre la loro villetta sulla collina torinese è un continuo viavai di amici e parenti.
I familiari fanno la spola con Chivasso, dove il patrigno e la mamma Linda Fiore vivono nel quartiere residenziale nella zona di via Blatta: «Lei è distrutta, non si muove dal divano - riporta Modafferi - Non ci aspettavamo che potesse succedere qualcosa del genere. Marco aveva la barca, si era appena comprato una Ferrari: gli affari gli andavano bene».


Il riferimento è al Consorzio di autoscuole Cast, che Conforti guidava e che comprende 37 scuole guida fra Torino e provincia. Lui coordinava con l’aiuto del patrigno, con l’ex moglie a guidare l’ufficio di San Mauro: «Siamo tutti sotto shock - si sfoga ancora la cugina della vittima, che ora frequentava un’altra donna - Marco era un ragazzo d’oro che aiutava tutti, pensava solo alla scuole guida e ai figli. Non aveva mai avuto problemi con la giustizia».


In realtà risulta che sia stato coinvolto in una vicenda di ricettazione una quindicina di anni fa. Ma chi potrebbe averlo ucciso? O anche solo nasconderlo nel bagagliaio anziché chiamare il 112 dopo la sua morte improvvisa? «Non so proprio darmi una risposta o una spiegazione, sono sconcertata - continua Sonia Fiore - Di certo lui non si meritava una fine del genere: non ha mai fatto male a nessuno. E’ tutto assurdo, come si può voler uccidere un papà?».

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