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A CHIERI

Niente rose e niente cellulari al liceo, scoppia la “guerra” con gli studenti

Telefoni vietati nelle prime il prossimo anno scolastico al liceo Monti di Chieri. Si potranno usare solo nell’intervallo

liceo monti

Anche le rose di San Valentino sono finite nel mirino degli insegnanti

Niente più rose da scambiarsi tra amici e fidanzati a San Valentino, niente più telefonini sul banco e neppure in tasca o nello zaino durante le lezioni.

Al liceo Monti di Chieri, fanno discutere le due richieste presentate dagli insegnanti all’ultimo Consiglio d’istituto prima delle vacanze. Solo la seconda è stata accolta: entro settembre, «la scuola acquisterà dei contenitori, probabilmente in stoffa, con tante tasche quanti sono gli studenti della classe - spiega il dirigente Gianfranco Giusta -. Quando entra in aula, ognuno posa lì il proprio telefono. Potrà riprenderlo solo durante gli intervalli e prima di tornare a casa». La novità è al momento una sperimentazione. Riguarda solo gli studenti al primo anno e i gruppi dove il consiglio di classe decide all’unanimità di avvalersene. L’hanno proposta i docenti e approvata anche i genitori, denunciando come «per troppi ragazzi il cellulare è una tentazione a cui è diventato impossibile resistere. Alcuni ne sembrano dipendenti». Gli studenti riconoscono la delicatezza della questione, ma non concordano sulla proposta. «È meglio darci fiducia, responsabilizzarci e procedere anche con le sanzioni, quando è necessario - spiega il loro rappresentante Luis Lombardozzi -. La scelta di ritirare il telefono non va in questa direzione».

Le rose di San Valentino, invece, sono una tradizione che si è consolidata nei corridoi scolastici chieresi dal 2019. Prima del 14 febbraio, chi vuole può ordinarne una o più dai rappresentanti degli studenti. Poi scrive a un bigliettino d’accompagnamento e, il giorno della festa degli innamorati, i fiori vengono recapitati in aula ai destinatari: fidanzati, spasimanti, amici o compagni di classe. Secondo alcuni docenti, si tratta di «un’iniziativa discriminatoria: c’è chi riceve più di una rosa e altri che restano senza - spiegano - È un dispiacere. Una persona molto sensibile potrebbe rimanerci male». Per questo, hanno chiesto di mettere al bando le rose. I genitori, gli studenti e persino il dirigente Giusta, però, non sono d’accordo. «Riconosco che può avere degli aspetti critici, su cui ragionare, ma per la maggior parte del corpo studentesco è l’occasione di uno scambio d’affetto» motiva quest’ultimo. Per questo, la proposta degli insegnanti si è rivelata minoritaria ed è caduta nel vuoto. Le rose torneranno anche l’anno prossimo, parola del Consiglio d’istituto.

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