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IL LUTTO

Addio a monsignor Bettazzi, il vescovo amico degli operai

Per 33 anni vescovo di Ivrea, è morto questa notte. Aveva 99 anni

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Monsignor Bettazzi con Giovanni Paolo II

La comunità di Ivrea e dell'intera provincia di Torino piange la scomparsa di Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, deceduto questa notte, all'età di 99 anni, nella sua casa al Castello di Albiano d'Ivrea.

Monsignor Bettazzi ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa locale e ha dedicato la sua vita alla fede e alla promozione del dialogo interreligioso. Nato a Treviso nel 1923, Luigi Bettazzi venne ordinato sacerdote nel 1946. Nel 1966, Bettazzi è stato nominato vescovo di Ivrea, carica che ha ricoperto con straordinario impegno per oltre trent'anni. Durante il suo episcopato, ha promosso numerosi progetti di sviluppo sociale ed educativo nella regione, dimostrando una profonda sensibilità verso le problematiche delle fasce più deboli della società.

Diventò celebre per lo scambio di lettere col segretario del Partito Comunista Enrico Berlinguer, sulla conciliabilità o no della fede cattolica con l'ideologia marxista, o comunque con l'adesione al Partito comunista. Il 10 ottobre 1979 fece avere a Carlo De Benedetti il testo di una lettera aperta dal titolo: «Perché più profitto e più tecnologia riducono di 4.500 lavoratori l'Olivetti?». Bettazzi considerò inaccettabile la decisione di ridurre il personale per aumentare la produttività dell'impresa e mettere in salvo i conti

Uno dei momenti più significativi del suo impegno sociale è stato il coinvolgimento nel movimento dei "preti operai", un gruppo di sacerdoti che si dedicavano all'attività lavorativa per avvicinarsi alle persone e comprenderne le difficoltà quotidiane. In particolare, scese pubblicamente in campo per difendere Aldo D'Ottavio, operaio alla Lancia di Chivasso licenziato dall'azienda e denunciato per apologia del terrorismo che, grazie anche all'impegno di Bottazzi, fu poi successivamente reintegrato al termine di una lunga vertenza.

Monsignor Bettazzi ha continuato a essere una figura di riferimento anche dopo il suo ritiro dalla guida della diocesi di Ivrea nel 1999. Ha continuato a partecipare attivamente a iniziative culturali, sociali e interreligiose, lasciando un'impronta di umiltà e profonda spiritualità in coloro che lo hanno conosciuto. L’ultima sua uscita pubblica e stata recente: alla fine del giugno scorso, in occasione della festa di San Giovanni, è stato ospite della parrocchia di Vico, dove ha celebrato la messa. La stessa cosa che ha continuato a fare nelle settimane successive, dal suo letto, nonostante l'aggravarsi delle sue condizioni: ogni mattina riceveva la visita di uno dei sacerdoti diocesani che concelebravano con lui la messa.

«Testimone appassionato del Concilio Vaticano II, monsignor Luigi Bettazzi è stato, negli anni del suo servizio come vescovo di Ivrea e poi del suo ritiro, un punto di riferimento per la comunità ecclesiale piemontese ma anche per la società civile. Il suo impegno in Pax Christi, e in generale nella promozione della dignità di ogni persona umana, ha mantenuto viva per i giovani la freschezza del Vangelo che il Concilio ha richiamato» è il ricordo di Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa.

I funerali saranno celebrati nel Duomo di Ivrea martedì, giorno in cui è stato anche indetto lutto cittadino. Nel 2017, Bettazzi aveva espresso il desiderio di aver come ultima dimora proprio il Duomo: «Quando il signore mi chiamerà - aveva detto durante la sua la sua omelia per i 50 anni in diocesi - vorrei che mi mettessero qui, nella nella Cattedrale. Così è più facile che voi mi ricordiate se sono qui. E io in qualche modo continuerò a partecipare alla vita liturgica, alla preghiera della diocesi di Ivrea, nella sua Cattedrale».

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