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IL CASO
16 Settembre 2023 - 09:00
Ordinanza fantasma per il cantiere
Per quasi tutti i condomini quell’amministratore era una garanzia. Si fidavano dell’ingegner Francesco Burrelli, presidente dell'Anaci, una delle associazioni nazionali degli amministratori, oltre che sindaco in un paese della provincia di Torino (a Val della Torre, dal 2004 al 2014). Per questo gli hanno sempre rinnovato il mandato per prendersi cura il palazzo di corso Vercelli 276. E hanno dato il via libera alla manutenzione quando lui ha parlato loro di «un’ordinanza del Comune di Torino» che imponeva di far partire subito i lavori. Peccato che quel documento non sia mai esistito, come confermato da due sentenze di Tribunale civile e Corte d’Appello di Torino. E per questo i giudici hanno stabilito la revoca dell’incarico di Burrelli, sostituito da un amministratore giudiziario.
Ordinanza fantasma
A far emergere la vicenda è Alex Bonsignore, uno dei condomini che ha fatto partire la causa civile: «Per anni siamo stati ostaggio di questo amministratore, per questa vicenda e molte altre. Ora vogliamo che si sappia quello che è successo, in modo che sia da esempio per stabili che stanno vivendo esperienze simili alla nostra».
Il punto di partenza della vicenda é il condominio di corso Vercelli 276, palazzone di Barriera di Milano con 7 piani e 31 appartamenti. E un forte bisogno di manutenzione: per questo in assemblea, già nel 2017, si è iniziato a discutere di lavori su facciata, tetto e balconi. Il 29 marzo di quell’anno Burrelli dice davanti ai condomini che «un’ordinanza del Comune di Torino» imponeva di approvare il cantiere e farlo partire al più presto. Poi lo ribadisce due anni dopo, il 9 aprile 2019, quando l’intervento è già stato eseguito: «Con risultato discutibile, visto che la facciata è ancora danneggiata» sottolinea oggi Bonsignore. Il quale aveva già dubbi da tempo sulle condotte di Burrelli. Tanto che, subito dopo l’assemblea del 2019, scrive al Comune e scopre che non ci sono tracce di ordinanze. Glielo scrive direttamente il funzionario preposto della Città di Torino, che dichiara “l’assenza di procedimenti in corso o ordinanze emesse da questo Servizio”.
La causa civile
Forti di questa risposta, Bonsignore e altri vicini (non tutti) impugnano la delibera e successivamente chiedono di rimuovere l’amministratore: la prima richiesta viene bocciata dal Tribunale, la seconda viene accolta per «gravi irregolarità commesse dall’amministratore, come l’aver falsamente riferito l’esistenza di un’ordinanza - scrivono i giudici nella sentenza di primo grado, confermata di recente dalla Corte d’Appello - Questo, evidentemente, ha indotto i singoli condomini a ritenere di dover approvare con urgenza i lavori proposti dall’amministratore».
Burrelli e il suo avvocato, Andrea Nardi, si sono difesi in aula ricordando che l’amministratore è stato confermato nel suo incarico nel 2021. Quindi dopo l’avvio delle cause e la scoperta dell’ordinanza “fantasma”. Ora scelgono di non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda. Bonsignore, invece, insiste: «È assurdo che il presidente di un'associazione di amministratori si comporti in questo modo, danneggia un’intera categoria e un’associazione che dovrebbe tutelare i condomini». Anche perché i guai non sarebbero finiti: «Sono in contatto con l’amministrato nominato dal Tribunale, Mario Corzani: stanno emergendo 90mila euro di debiti, oltre a voci di spesa non chiare o non approvate dall’assemblea. Per questo è probabile che andremo di nuovo in causa con Burrelli: stiamo valutando anche denunce penali».
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