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SANITA'

Riapre il pronto soccorso, era chiuso dal 2020

Buona notizia per l'ospedale di Cuorgnè: la riapertura l'8 gennaio

pronto soccorso cuorgnè

Il pronto soccorso di Cuorgnè

L’8 gennaio 2024 riaprirà a pieno regime il pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè.

Il pronto soccorso aveva chiuso nell’ottobre del 2020 a causa della pandemia da Covid e non aveva operato fino al gennaio di quest’anno, quando presidente e assessore alla Sanità della Regione avevano annunciato in una conferenza con i sindaci la riapertura come Punto di Primo Soccorso con l’impegno di riaprirlo a pieno regime. Promessa che verrà mantenuta a gennaio. Soddisfazione è stata espressa dai consiglieri regionali del territorio. «Con la riapertura - ha dichiarato Andrea Cane (Lega) - il presidio ospedaliero di Cuorgnè tornerà alle condizioni pre-pandemia, permettendo un aumento sia dei ricoveri sia delle attività chirurgiche. Questo è un passo fondamentale per garantire la salute e il benessere della comunità locale e conferma l’impegno delle autorità nella fornitura di servizi sanitari di qualità». Gli fa eco Claudio Leone, anche lui della Lega che parla di «traguardo importante per noi canavesani». Soddisfazione anche per il consigliere Mauro Fava di Forza Italia, ex amministratore proprio a Cuorgnè: «Voglio ringraziare anche il direttore dell’Asl Stefano Scarpetta, che ha tentato ogni strada possibile per reperire il personale necessario alla riattivazione del servizio, così come tutti i funzionari che hanno lavorato a questo obiettivo».

L’annuncio è stato dato domenica dallo stesso presidente della Regione nel corso di una manifestazione tenutasi a Cuorgnè per il conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Taurinense da parte del Comune altocanavesano. Daniele Valle (Pd) sposta l’asse del risultato e del merito sui cittadini: «Se siamo giunti a questo risultato, il merito va all’impegno condotto sul territorio e agli oltre 3mila cittadini che hanno firmato la petizione. Ora, fatto l’annuncio e incassati gli applausi, bisogna scongiurare il rischio di un progressivo depotenziamento di questo importante presidio ospedaliero e l’unica strada è quella dell’assunzione del personale, adeguatamente incentivato».

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