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Blitz a Gravere
24 Ottobre 2023 - 09:25
(foto di repertorio)
Da un mese si nascondeva nell'appartamento di un amico a Gravere, in Val di Susa. E aveva patente e carta d'identità albanesi per nascondere la sua vera identità. Ma Luca Mazzaferro, 46enne di Marina di Gioiosa Jonica, è stato rintracciato e arrestato ieri mattina: finito in manette, dovrà scontare un residuo di pena di 8 anni, 9 mesi e 9 giorni di reclusione per i reati di associazione mafiosa, truffa e ricettazione.
La cattura è stata l'ultimo atto di un'indagine coordinata dalla Procura generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria e condotta dagli investigatori delle Squadre Mobili di Reggio Calabria e Torino. Ma è servito anche l'aiuto della Polizia scientifica, che ha usato intercettazioni e nuove tecnologie per restringere il campo e individuare il luogo esatto in cui si nascondeva il ricercato.
A settembre Mazzaferro era stato condannato in via definitiva all’esito del processo scaturito dall’operazione Circolo formato, condotta nel 2010 dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Siderno: la polizia era risalita ai membri del clan Mazzaferro, cosca di 'ndrangheta operante sul versante jonico della provincia di Reggio Calabria (e in particolare nel comune di Marina di Gioiosa Jonica). Il 46enne, il giorno stesso della sentenza della Corte di Cassazione, è sparito.
L'ordine di carcerazione è partito subito e le ricerche si sono estese dalla Calabria al Piemonte, dove Mazzaferro ha solidi legami. Così gli investigatori lo hanno rintracciato, prima in Val di Susa e poi nell'immobile preciso di Gravere. E ieri hanno fatto irruzione, catturando il latitante. Invece il padrone di casa, anche lui di origine calabrese, è stato denunciato per il reato di procurata inosservanza di pena.
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