Cerca

Il caso

Ipotesi matrimonio combinato, aperta indagine su due 25enni

L’unione civile da parte di due nordafricani risale a un anno e mezzo fa

matrimonio fasullo

Matrimonio da indagine nel Torinese

Circa un anno e mezzo fa si erano presentati in Comune a Nichelino per essere uniti in matrimonio. Oggi su quell’unione civile celebrata da un ignaro consigliere comunale è stata aperta un’indagine da parte della Questura.

Il sospetto è che si sia trattato di un matrimonio combinato che, secondo gli investigatori, potrebbe aver finalità diverse da quelle dello stare insieme. E non si tratterebbe nemmeno della prima volta in zona sud. Un caso analogo era accaduto nel 2018 a Trofarello, quando l’allora sindaco Gian Franco Visca si insospettì e segnalò ai carabinieri il caso di una coppia di sposi di 51 e 32 anni: un italiano con diversi precedenti penali lui e una cameriera in nero lei che, poi, si scoprì in cerca di un permesso di soggiorno.

Diverso il caso nichelinese dove a presentarsi davanti al consigliere e al messo comunale sono stati una coppia di 25enni di origine nordafricana , di Torino. «Sinceramente nulla ci ha fatto supporre si potesse trattare di qualcosa di diverso da un normale matrimonio civile - spiega il consigliere (che preferisce mantenere l’anonimato) -. Da quanto sono consigliere avrò celebrato 50 matrimoni e i ragazzi che sono arrivati quel giorno, mano nella mano, sembravano una normale coppia di 25enni che voleva convolare a nozze. Eravamo ancora in un periodo post covid, ricordo di aver celebrato il rito e di essere tornato subito al lavoro». Il consigliere, assolutamente estraneo ai fatti, è stato chiamato a testimonianza negli scorsi giorni. Non capita di rado che le coppie scelgano di sposarsi nei più piccoli comuni della provincia per “tagliare” le lunghe liste di attesa di Torino. In questi casi è lo stato civile del capoluogo che prepara tutti gli atti e li trasmette al comune prescelto dagli sposi.

«Noi ci limitiamo a celebrare - precisa il consigliere -, in quanto abbiamo la delega». Sulla questione ci sarebbe anche il “giallo” dell’uomo che sarebbe stato agli arresti domiciliari nei giorni in cui è stato celebrato il rito di cui la donna, si apprende, avrebbe anche chiesto l’annullamento. Dettagli che saranno approfonditi nel corso delle indagini.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.