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IL PREMIO

Sulle montagne pinerolesi nascono i vini "eroici" campioni del mondo

Medaglia d’oro a due Doc prodotti da un ex architetto tornato a coltivare la terra dei nonni

ciardossin vigneti

Luca Ciardossin nei suoi vigneti “eroici”

Ci sono i vini che arrivano dai vitigni delle grandi aziende agricole che ricoprono ettari di dolci colline e ci sono quelli strappati alla montagna, ad altitudini estreme e su terrazzamenti che rimodellano i fianchi delle valli. Sono i vitigni “eroici” ed è proprio dal pinerolese che arrivano due dei vini migliori del mondo in questa particolare categoria.

I vini premiati

Alla 31ª edizione del Mondial des vins extrêmes due bottiglie made in Pinerolo hanno infatti ricevuto la medaglia d’oro: sono il Doc Ramìe Arcansiel - 2020, prodotto da Giro di Vite sui terrazzamenti storici di Pomaretto (con un anno di affinamento in legno e uno e mezzo in bottiglia) e il Doc Barbera Scarpentá - 2020, nome che prende origine dalla caratteristica dei vigneti di Barbera, un po’ arruffati e indisciplinati che si sviluppano sulle terre nere della collina di Pinerolo. Entrambi sono vini “eroici” coltivati su pendenze elevate, maggiori del 35 per cento: il Barbera da un’altitudine superiore ai 500 metri, il Ramìe dai 700 metri. Sono vigneti che richiedono tanto lavoro, perché se per un ettaro di vigneto in pianura servono più o meno 100 ore all’anno, in forte pendenza, si va da 600 a 1.200 ore annue di manodopera.

L'ex architetto promessa italiana del settore

Ma non è l’unico riconoscimento. A Luca Ciardossin è andato infatti il premio Cervim Futuro 2023, assegnato alla promessa under 35 del settore. Ciardossin, ex architetto classe 1989, nel 2018, dopo aver girato il mondo, ha deciso di tornare a casa, a coltivare le vigne dei nonni e con la sorella Lisa, che lavorava in un biscottificio, ha fondato Giro di Vite. «Il premio - spiega - lo vedo come una grande soddisfazione per il territorio pinerolese: è importante soprattutto che la nostra zona abbia avuto questo riconoscimento». E aggiunge: «Abbiamo un passato glorioso, esistono già dal 1.200 testimonianze sulla coltivazione della vite. Sulle colline di Pinerolo c’erano i vigneti, otto cru in tutto, degli Acaja e poi della Casa Reale Savoia: ora, grazie anche a tanti giovani che stanno credendoci, dimostriamo che si può fare vino di qualità anche a Pinerolo». Per Giro di Vite questo è un anno magico. Quattro vini sono stati inseriti dal Touring Club in “Vini buoni d’Italia”: si tratta di Ramìe, Scarpentà, Pinerolese Rosso (4 stelle su 4 per tutti e tre) e Malvasia Moscata (tre stelle su 4).

Il recupero dei vigneti

«Il vino diventa una nuova chiave per conoscere e vivere il nostro territorio e siamo davvero felici che sia arrivato questo prestigioso riconoscimento - dice Rossana Turina, presidente del Consorzio Turistico Pinerolese e Valli - Peraltro il recupero dei vigneti è fondamentale anche per il paesaggio. A fine 1800 si contavano tantissimi ettari di vigne nel Pinerolese: dopo l’industrializzazione, e il progressivo abbandono, ora si torna a investire».

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