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BARDONECCHIA

Il lago di Rochemolles svuotato per lavori sulla diga. Smat riattiva i pozzi

L'invaso rifornisce di acqua potabile 31 comuni della Val di Susa

lago rochemolles

Il lago di Rochemolles

Lavori in corso per la grande diga di Rochemolles, a Bardonecchia. Da lunedì prossimo e sino a primavera - la data di fine lavori è fissata per il 30 aprile - la struttura verrà svuotata dall’acqua (che sarà poi reinvasata) per permettere gli interventi di manutenzione straordinaria sugli organi di scarico di fondo, nella zona più profonda della struttura.

La diga, gestita da Enel Green power Italia, produce energia idroelettrica ed è soggetta alla supervisione e vigilanza del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Da qualche anno, grazie un accordo sottoscritto nel 2008 da Regione Piemonte, Asl To3 ed Enel, Smat vi preleva l’acqua che potabilizza nell’impianto di Bardonecchia e distribuisce, attraverso l’Acquedotto per la Valle di Susa, a 31 comuni. Per garantire l’approvvigionamento ai cittadini, Smat ha quindi pianificato una serie di interventi riattivando tutte le fonti alternative disponibili, sorgenti e pozzi, oltre alla presa sussidiaria sul torrente Rochemolles, a valle della diga, e la presa Orgera sul torrente Rho, a Bardonecchia. E da marzo, con l’innalzamento delle temperature, potrebbero entrare in funzione le prese in quota dei torrenti Almiane, Valfredda e Malrif.

Nonostante la siccità e nonostante solo oggi, in alta Valle, si sia rivista la neve, lo svuotamento del lago non dovrebbe destare preoccupazioni: il reinvaso dovrebbe avvenire in tempi rapidi con l’arrivo della primavera e lo scioglimento delle nevi. Impossibile, comunque, eseguire i lavori in altri periodi dell’anno: nei cantieri è infatti necessario avere il minimo afflusso di acqua, garantito solo nel periodo invernale. «L’intervento riveste carattere di eccezionalità per molteplici aspetti - spiega Andrea Poggi, responsabile Area Nord Ovest di Enel Green Power Italia -. In primis perché garantirà per i prossimi decenni la sicurezza e l’esercizio della diga, degli impianti e l’uso plurimo delle acque; in secondo luogo, perché non viene svuotata da circa 50 anni (frequenza con cui solitamente si programmano interventi di tale entità), e, non ultimo, per le particolari condizioni in cui ci si troverà ad operare nel cantiere, vista la stagione e la quota». Aggiunge il sindaco Chiara Rossetto: «L’opera riveste particolare importanza dal momento che alimenta l’acquedotto di valle, gli impianti di innevamento artificiale e ha la possibilità di trattenere parte dell’acqua in caso di forti precipitazioni».

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