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La sentenza

Così Marta è caduta nella trappola del custode del castello. E arriva la condanna per stupro

Per la Procura quella violenza sessuale faceva parte di uno schema: «Era alla spasmodica ricerca di ragazze»

Così Marta è caduta nella trappola del custode del castello. E arriva la condanna per stupro

Il castello Nove Merli di Piossasco (foto da turismotorino.org))

«Lo sa quello che mi ha fatto, vero? Si chiama stupro». La 18enne Marta (nome di fantasia) lo ha scritto in un messaggio, mandato a colui che poche ore prima l’aveva violentata. E che ieri è stato condannato a 8 anni di carcere.

I fatti contestati risalgono al 1° ottobre 2021, quando il custode del castello, 53 anni, si è spacciato per fotografo, approfittando delle insicurezze di quella 18enne dubbiosa sul suo fisico. Poi ha detto di essere il proprietario del castello di Piossasco, l’ha attirata lì e la violentata: «Diceva “Mi farai guadagnare un sacco di soldi”» ha raccontato in aula Marta, che ha denunciato il custode del maniero una ventina di giorni dopo lo stupro. Lui è stato poi arrestato un anno fa con l’accusa di violenza sessuale pluriaggravata ai danni di cinque ragazze, secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri (coordinate dal pubblico ministero Davide Pretti): «Una mia amica mi ha detto di aver trovato un fotografo con contatti tra i vip, che voleva farmi un book di 40 foto per un centinaio di euro - ha raccontato la vittima principale, che oggi ha 21 anni - Ero titubante, poi sono andata da lui a Piossasco. Mi ha fatto fare il giro del castello, dicendo che era suo e facendomi spogliare per scattarmi delle foto. Solo con il cellulare, però».

Lì, per tranquillizzare Marta, l’uomo le avrebbe ricordato di essere un professionista: «Diceva: “Ho visto tante modelle nude, non mi fa nessun effetto”». Subito dopo, però, l’ha stretta a sé: «Mi ha detto “è solo finzione”, intanto mi ha baciata e ha abusato di me».
Ieri il pm Pretti ha chiesto che Signorino venisse condannato a 9 anni di carcere mentre gli avvocati difensori, Diogene Franzoso e Teresa Frippa, hanno respinto ogni accusa: «Marta ha raccontato i fatti in modo dettagliato e credibile, tutte le volte in modo preciso e puntuale - ha ricostruito il pubblico ministero in aula - Quello che ha subìto è uno schema che l’imputato proponeva a tutti: era alla spasmodica e continua ricerca di donne. Lo dimostrano le ragazze contattate tramite annunci pubblicati su Subito.it».

Lo “schema” del custode avrebbe colpito decine di giovani donne, cui aveva offerto un impiego come donne delle pulizie o modelle, millantando una lunga esperienza da fotografo e contatti con le case di moda: «Abbiamo sentito tre ragazze e tutte hanno vissuto la stessa trappola, sono solo state più sveglie di Marta - continua Pretti - Uno di loro si è coricata nel letto con lui, poi è schizzata fuori appena lui ha tentato di approfittare di lei».

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