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Il caso

Molestie alla sindaca di Bardonecchia: l'ex capo dei vigili andrà a processo

E' accusato anche di falso in concorso con il sindaco e il segretario di Vernante (Cuneo)

Molestie alla sindaca di Bardonecchia: l'ex capo dei vigili andrà a processo

Alessandro Lovera, ex comandante della polizia locale, verrà processato per le presunte molestie verso la sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti. Lo ha deciso poco fa il gup del Tribunale di Torino, che ha fissato l'inizio del processo al prossimo 12 novembre: «Potevo chiudere la vicenda ma ho scelto di difendermi in aula - contrattacca Lovera - Questa vicenda è nata perché la sindaca voleva salvaguardare la sua immagine e a seguito di un clamoroso gossip che si era sparso per il paese: si diceva che tra me e lei ci fosse un relazione, cosa assolutamente non vera».

Il pubblico ministero Giulia Rizzo aveva aperto un'inchiesta dopo le denunce della prima cittadina e aveva ricostruito episodi tra il 13 agosto e il 12 dicembre 2022. Poi ha chiesto il rinvio a giudizio per Lovera, difeso dall'avvocata Maria Grazia Strambi, che ha sempre negato ogni accusa.

Nell'esposto si parlava di messaggi inopportuni e di atteggiamenti che avevano invaso la sfera privata della sindaca. Come la frase mandata il giorno della festa del paese: «Oggi eri stupenda». Una frase scritta con un «registro comunicativo inopportuno e conturbante», secondo la pm Rizzo, che contesta all’indagato l’aggravante di «avere agito con abuso di poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, nella sua qualità di pubblico ufficiale». Tanto che la sindaca sarebbe stata costretta a chiudersi in ascensore o nel suo ufficio per evitare le attenzioni di Lovera: «Ma anche lei mi mandava emoticon con i cuori...» replica stizzito il vigile, che è ancora in servizio a Bardonecchia ma si è messo in malattia «a causa di questa vicenda».

C'era stato anche un bacio sulla guancia quando Rossetti si trovava nel suo ufficio in Comune. Per questo bacio la pm Rizzo inizialmente aveva contestato la violenza sessuale ma il Tribunale del Riesame aveva ritenuto che si trattasse di molestie e ha spinto a riqualificare il reato.

Durante l'udienza di questa mattina, cui hanno partecipato la sindaca e il suo avvocato Riccardo Salomone, l’ex comandante è stato rinviato a giudizio anche per falso ideologico in concorso con sindaco e segretario comunale di Vernante (Cuneo), Gian Piero Dalmasso e Fabrizio Salvatico. L'accusa è che i due, su pressione di Lovera, abbiano espresso una valutazione professionale positiva su Lovera, consentendogli la progressione di carriera e l’acquisizione del ruolo di comandante a Bardonecchia: «Come ho spiegato in udienza, io sono parte lesa: il mio passaggio a Bardonecchia è stato senza alcuna macchia. Il problema è nato perché il sindaco di Vernante doveva rendere le mie schede di valutazione degli anni precedenti ma ha commesso degli errori e poi le ha modificate e trasmesse senza la mia firma».

Lovera risponde anche di peculato per l’uso personale di un monopattino comunale: «Quando l'hanno sequestrato, però, era in municipio. Quindi in possesso del legittimo proprietario» si difende ancora Lovera.

Archiviata, invece, un'altra delle accuse, la frode assicurativa: riguardava l'infortunio subito da un  familiare di Lovera sulle piste da sci, per cui l'ex comandante avrebbe «falsificato gli elementi di prova del sinistro». Per questo reato Lovera era accusato insieme a Enrico Rossi della Colomion, al medico Guglielmo Torri e a Carlo Rossetti, responsabile del soccorso piste di Bardonecchia e fratello della sindaca: quest'ultimo ha avuto accesso alla messa alla prova mentre gli altri hanno risarcito la compagnia assicurativa. 

Ribadisce Lovera: «Potevo chiudere tutta la vicenda versando 250 euro di oblazione o facendo patteggiamento e rito abbreviato. Ma sono disposto a spendere anche 15mila euro di avvocato pur di portare a galla la verità, tirare fuori tutto e dimostrare la mia totale innocenza». Cioè? «Che la sindaca ha cercato qualsiasi elemento che potesse mettermi in difficoltà».

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