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Da Miami
05 Aprile 2024 - 21:31
Grazie a Instagram, era emerso che Luca Michael Pasqua non era stato arrestato “per davvero”: non poteva essere in carcere un pugile che pubblicava foto dal ring e dalle spiagge di South Beach, a Miami. Ed è sempre dallo stesso social network che “Luca Bazooka”, come lo conoscono i suoi tifosi, si difende dall’accusa di far parte di un’associazione mafiosa: «Sono costretto a difendermi sui social perché vengo bombardato di messaggi - scrive il 40enne in un post poi cancellato - Voglio chiarire che sono in vacanza di formazione a Miami e domenica dovrò competere per una cosa di 21 chilometri. Subito dopo sarò costretto a fare rientro anticipato: non scappo da nessuno, anzi non vedo l’ora di parlare con il pubblico ministero per chiarire questa faccenda». Cioè la sua appartenenza alla locale di Brandizzo, tanto che il suo nome rientra fra quelli delle persone che dovrebbero essere in carcere. E non sul ring, dov'è salito per le prime volte a 17 anni (grazie al Boxing club Brandizzo). Oggi é un pugile professionista, oltre che istruttore di boxe e crossfit.

La sua storia è anche stata riportata nella biografia biografia “Di boxe e di vita, un pugile italiano a New York”, scritta da Bruno Panebarco: è lì che si racconta la vita e la carriera del pugile, diventato professionista nel 2004. Poi nel 2009 è cominciata la sua esperienza negli Stati Uniti, dove ha fatto esperienza nella più famosa palestra americana, la Gleason’s Gym di New York. Attualmente é titolare della palestra Black Fox di Volpiano, citata negli atti dell'inchiesta che lo vede indagato per associazione di stampo mafioso insieme ai parenti Giuseppe Pasqua e Domenico Claudio Pasqua, presunti boss della locale di Brandizzo: gli inquirenti contestano alla famiglia Pasqua di essersi infiltrata negli appalti attraverso intimidazioni e offerte di “protezione” tipiche delle cosche calabresi, come i Nirta e i Pelle. I parenti avrebbero spalleggiato il pugile nella diatriba con Domenico Aspromonte, membro della cosca di Volpiano, per la gestione della palestra Black Fox (di cui il pugile è titolare insieme a Domenico Agresta). E Luca Michael Pasqua, si legge nelle carte, «si è mostrato in numerose circostanze in grado di incutere timore e di soggiogare vari soggetti anche appartenenti alla criminalità organizzata di stampo mafioso».
«Non conosco nessuno delle famiglie Nirta/Pelle e non ho mai avuto a che fare con aziende autostradali o minacce a persone: per me esiste solo il duro lavoro» aveva scritto Luca Bazooka in un post Instagram cancellato dopo qualche ora. Poi la frase che, secondo Pasqua, dovrebbe chiudere ogni discorso: «La mafia fa schifo, è una piaga sociale e va lottata e combattuta: insegno nella mia palestra che bisogna sempre rispettare il prossimo».
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