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13 Maggio 2024 - 17:10
Il Comune “frena” sugli antennoni e ricorre alla consultazione pubblica
A poco più di 500 metri da lì c’è già un traliccio della Cellnex Italia, che ha dato la disponibilità a condividerlo con nuovi operatori. Eppure, Tim e Inwit vorrebbero costruirne un nuovo in strada Tetti Marsino a Chieri, tra le campagne che portano alla frazione di Madonna della Scala e a Pecetto, per posizionare una nuova antenna. Prova a frenare i loro piani il Comune, che ha indetto una consultazione pubblica attiva fino all’11 luglio.
Spiega l’assessora all’Urbanistica, Flavia Bianchi: «È una procedura nuova, prevista dalle normative nazionali, ma fino a oggi quasi mai attuata da altri enti. Possono aderire operatori del settore, enti, associazioni, ognuno esponendo le proprie considerazioni sul progetto presentato». Il Municipio, poi, le valuterà una a una. Se, come prevedibile, ne arriveranno alcune contrarie al nuovo traliccio, potrà accoglierle e imporre a Tim e Inwit di rinunciare alla costruzione e installare eventuali nuove antenne su quello già esistente. «Non è una guerra agli operatori della telefonia - mette in chiaro l’assessora - Anche loro possono dire la loro e, soprattutto, motivare se e perché il nuovo traliccio potrebbe fare la differenza nei loro servizi. Se dimostreranno che è indispensabile costruirne uno nuovo per offrire una copertura adeguata, questo verrà autorizzato. Altrimenti, condivideranno quello che ha sede pochi metri più in là».
La procedura è regolamentata dal nuovo Regolamento comunale per l’insediamento degli impianti radioelettrici approvato l’anno scorso. Il documento mette anche dei limiti ai valori dei campi elettromagnetici, favorendo l’installazione di nuove antenne dove, al momento, le radiazioni sono più basse. Aggiunge Bianchi: «Siamo molto attenti al tema dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Il Governo ha approvato l’aumento dei valori massimi consentiti, da 6 a 15 V/m. È una questione che ci preoccupa e su cui serve la stessa prudenza necessaria a tutelare il paesaggio dalla costruzione indiscriminata di tralicci».
Prima dell’approvazione del nuovo Regolamento, l’anno scorso, a Chieri aveva fatto discutere il traliccio costruito da Iliad in strada Vallero. Alto più di 30 metri, ha guastato uno scorcio che affacciava su colline e vigneti. Non solo: poche settimane dopo la sua costruzione, un’altra azienda ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione per realizzarne uno analogo lì vicino. Lo scenario che ora si spera non venga replicato, imponendo agli operatori di condividere gli impianti, se vogliono posizionarli uno vicino all’altro.
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