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21 Maggio 2024 - 20:55
Pesante sentenza per gli anziani banditi che assaltarono la filiale Unicredit
Non hanno più l’atteggiamento spavaldo delle intercettazioni dopo la rapina, quando uno con l’altro commentavano sprezzanti il successo dell’irruzione in banca a Poirino. Ora che la somma delle condanne a loro carico supera i quarant’anni di carcere, escono dall’aula del Tribunale di Asti in silenzio e si danno l’un con l’altro delle pacche sulle spalle, quasi a incoraggiarsi per il futuro che li attende.
È finito così, ieri, il processo di primo grado a carico di sei degli otto membri della “banda dei nonni”, tutti residenti tra Torino e provincia: dieci anni di carcere per Giovanni Nardozzi (“Occhi di ghiaccio”, come è soprannominato, 65 anni), nove per Luigi Palomba (63), otto e otto mesi per Efisio Fadda (69), otto per Carmelo Roberto La Rosa (71), tre anni per Vincenzo Verolla (81) e due per Oronzo Marinò (68). Gli altri due anziani imputati (Sergio Mazzocchi di 71 anni e Giovanni La Malfa che ne compie 72 domenica) hanno scelto il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio. La prossima udienza è fissata il 9 ottobre.
Sono tutti imputati per il colpo da mezzo milione di euro del 18 febbraio 2022 alla filiale Unicredit di Poirino. Secondo le immagini della videosorveglianza e le ricostruzioni dell’accusa, sarebbero stati La Rosa, Nardozzi, Palomba e Fadda a introdursi nella banca. Un colpo da maestri, con i visi coperti da maschere in lattice, pistola e coltello per terrorizzare i dipendenti presi in ostaggio e 33 cassette di sicurezza svaligiate. A vario titolo, anche gli altri avrebbero partecipato al piano criminale: chi assicurando assistenza logistica (Mazzocchi), chi acquistando o ricevendo parte del bottino (La Malfa, Verolla), chi aiutando un amico a sottrarsi alle investigazioni (Marinò).
Le condanne non si discostano molto dalle richieste del pubblico ministero Gabriele Fiz e tengono conto anche dei “curriculum” degli imputati, tutti anziani e, in molti casi, con diversi precedenti.
Lo scorso aprile, “Occhi di ghiaccio” aveva anche provato a giustificarsi: «Conosco La Rosa da una vita e mi è anche capitato di compiere con lui delle rapine - scriveva in una memoria consegnata alla giudice Beatrice Bonisoli - Stavo valutando con lui e Verolla la fattibilità di una rapina (nel 2022, ndr), a cui non avrei mai pensato se avessi partecipato a quella del 18 febbraio». Come all’udienza di ieri, anche il mese scorso gli imputati erano tutti seduti vicini, forti dell’amicizia che li lega da molto tempo. A turno, si erano alzati per andare in bagno: «Vede, signor giudice - faceva notare l’avvocato che difende Palomba e Marinò - Hanno problemi di prostata, consideri anche la loro età anagrafica».
Si sono costituiti parti civili anche i titolari di alcune delle cassette svaligiate, difesi dagli avvocati Piergiorgio Chiara e Alessandro Abate, oltre all’Unicredit. La Giudice ha disposto il pagamento di alcune provvisionali a favore di tutti loro, in attesa che un processo civile quantifichi in modo definitivo i risarcimenti.
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