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nichelino
30 Maggio 2024 - 05:45
Al cimitero il dipendente troppo zelante fa sparire oggetti e biglietti dalle tombe
Oggetti rimossi dalle lapidi dei propri cari. Coccinelle, cuoricini, pupazzetti, rosari lasciati come omaggio ai familiari che non ci sono più. “Coccole” le chiama qualcuno, “effetti personali” qualcun altro, che però, secondo il regolamento, non dovrebbero stare laddove sono stati applicati e che da un giorno all’altro sono stati tolti da molti loculi del cimitero del Nichelino. Fomentando la rabbia di chi è andato a trovare un papà, una mamma o un figlio e si è sentito depredato negli affetti in nome del decoro.
Una situazione incresciosa che si è verificata in questi giorni e ha scatenato molteplici polemiche anche sui social, dove hanno trovato sfogo le voci di tanti nichelinesi, che hanno puntato il dito contro l’amministrazione. Che in realtà nulla sapeva di quanto stava accadendo. Le operazioni di “rimozione“, come conferma anche il sindaco Giampiero Tolardo, sono iniziate dal campo 12, nella parte nuova del cimitero, e mano a mano sarebbero dovuti proseguire negli altri. In base all’articolo 39 del regolamento di polizia mortuaria, infatti, non si potrebbero posizionare corone, vasi, piante o altri oggetti “che si estendono fuori dalle aree concesse o coprano epigrafi o che non si addicano all’estetica del cimitero.” Ad applicare con severità il regolamento dunque, potrebbe essere stato un dipendente che lo avrebbe preso un po’ troppo alla lettera. Certo non con l’intenzione di far del male.
«Sono veramente dispiaciuto di quanto accaduto. La scelta di rimuovere piccoli oggetti è stata un errore e non è mai stata autorizzata per questo da oggi (ieri, ndr) è stata bloccata negli altri campi. Informo che ogni oggetto è stato catalogato e può essere richiesto dagli interessati in portineria. Per quanto riguarda il regolamento, va sempre applicato con buon senso e tenuto conto del contesto in cui ci troviamo, per questo lo riprenderemo in mano il prima possibile per evitare interpretazioni eccessive».
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