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A Bardonecchia

Molestie alla sindaca, l'ex capo dei vigili a processo ma al lavoro (in un altro ufficio)

Lo sfogo di Alessandro Lovera dopo l'udienza: «Io non ho fatto nulla, è un accanimento contro di me»

Molestie alla sindaca di Bardonecchia: l'ex capo dei vigili andrà a processo

Per lui è «accanimento», come ha ribadito stamattina dopo la prima udienza del processo contro di lui. Per lei è una dolorosa beffa, visto che lui è rientrato al lavoro dopo un periodo di congedo e adesso lo vede tutti in giorni in municipio: si arricchisce di un ulteriore capitolo la diatriba giudiziaria fra Alessandro Lovera, ex comandante della polizia locale di Bardonecchia, e la sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti. 

La prima cittadina ha denunciato Lovera per molestie, accusandolo di una serie di episodi avvenuti tra il 13 agosto e il 12 dicembre 2022. Nell'esposto si parlava di messaggi inopportuni e di atteggiamenti che avevano invaso la sfera privata della sindaca. Come il bacio sulla guancia quando Rossetti si trovava nel suo ufficio in Comune o la frase mandata il giorno della festa del paese: «Oggi eri stupenda». Una frase scritta con un «registro comunicativo inopportuno e conturbante», secondo il pubblico ministero Giulia Rizzo, che ha aperto un'inchiesta contro l'allora comandante. E lo accusa di molestie aggravate perché ha «agito con abuso di poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, nella sua qualità di pubblico ufficiale». Tanto che la sindaca sarebbe stata costretta a chiudersi in ascensore o nel suo ufficio per evitare le attenzioni di Lovera: «Ma anche lei mi mandava emoticon con i cuori...» si è sempre difeso il vigile.

L'inchiesta della pm Rizzo si era poi allargata, contestando all'allora comandante il reato di peculato per l’uso personale di un monopattino comunale: «Quando l'hanno sequestrato, però, era in municipio. Quindi in possesso del legittimo proprietario» si difende ancora Lovera, difeso dall'avvocato Maria Grazia Strambi Ferrini. Poi l'indagine aveva coinvolto anche Gian Piero Dalmasso e Fabrizio Salvatico, sindaco e segretario comunale di Vernante (Cuneo), comune dove Lovera lavorava prima di trasferirsi a Bardonecchia. I due, assistiti dall'avvocato Giuseppina Mauri, rispondono di abuso d'ufficio e falso ideologico in concorso perché, su pressione dell'ex vigile, avrebbero espresso una valutazione professionale positiva su Lovera, consentendogli la progressione di carriera e l’acquisizione del ruolo di comandante nel paese in provincia di Torino. Durante l'udienza di questa mattina, però, il pubblico ministero ha chiesto la modifica del capo d’imputazione, visto che il reato di abuso d'ufficio è stato cancellato dall'ultima riforma della giustizia: ora vuole contestare la tentata truffa aggravata, richiesta su cui la giudice Immacolata Iadeluca si è riservata di decidere alla prossima udienza, fissata per il 10 dicembre.

Al termine dell'udienza, accompagnata dal suo difensore Riccardo Salomone, la sindaca ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Invece Lovera si è sfogato: «Continua l'accanimento da parte dell’accusa - commenta l'ex comandante dei vigili, che un mese fa è rientrato dal congedo per malattia e ora lavora al Comune di Bardonecchia come funzionario dell'ufficio Finanze - Saremo pronti a smontare il castello accusatorio messo in piedi nei miei confronti, che è un'evidente forzatura delle norme penali. Io vado in giro a testa alta, consapevole di non aver commesso alcun reato. Ripongo massima fiducia nella magistratura giudicante che, già nelle fasi precedenti, si è dimostrato attenta: il reato contestato inizialmente era quello di violenza sessuale, poi riqualificato in molestie, che comunque non ci sono mai state».

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