Cerca

il fatto

Incendio distrugge l'azienda. E scatta la colletta per acquistare i mezzi andati in fumo

La speranza oltre le fiamme: una raccolta fondi per ricostruire il sogno andato in cenere a Rondissone

Il rogo a Rondissone

Il rogo a Rondissone

«In una sola notte sono andati in fumo anni di duro lavoro». Erano state queste le parole, piene di dolore, pronunciate da Morena Samu, la moglie di uno dei titolari della Di Monte Demolizione. L’azienda, che ha la sua sede a Rondissone, era stata vittima di un devastante incendio scoppiato ormai un anno e mezzo fa, nell’ottobre del 2023. Le fiamme avevano avvolto completamente l’autodemolizione, distruggendo mezzi di lavoro fondamentali per l’attività della Di Monte. Nessuna telecamera aveva ripreso l’accaduto, e non c’era alcun testimone oculare. Fortunatamente, l’incendio era stato domato dai vigili del fuoco prima che potesse raggiungere gli uffici e la parte interna dell’edificio. Subito dopo l’incidente, il comune di Rondissone aveva dichiarato l’area inagibile, costringendo l’azienda a sospendere quasi completamente le proprie attività. Tuttavia, i Di Monte non si sono arresi. Determinati a non gettare la spugna, la famiglia ha intrapreso un lungo e costoso processo di bonifica dell’area devastata dall’incendio, affrontando tutte le spese (non poche) di tasca propria. Dopo mesi di interventi, sopralluoghi di esperti e verifiche strutturali, il capannone è stato finalmente dichiarato agibile solo poche settimane fa.

«Vorremmo riuscire a non chiudere definitivamente perché ci abbiamo investito davvero molto. Tutti i nostri risparmi sono stati messi in questa attività», racconta Morena Samu, con una speranza che non si è mai spenta, nonostante la situazione. Tuttavia, la situazione finanziaria è drammatica. I proprietari del capannone hanno mostrato comprensione, permettendo di posticipare il pagamento del canone d’affitto, ma non basta. È necessaria un’ingente somma di denaro per riacquistare i mezzi incendiati, tra cui una bisarca, uno stralis con carrello per trasporti speciali e altri autoveicoli. Davanti a queste difficoltà, Morena ha deciso di affidarsi alla solidarietà, lanciando una raccolta fondi per salvare l’azienda di famiglia. «La raccolta nasce da una mia stravagante idea di provarci e confidare nell’aiuto delle persone. Non ci arrendiamo. Con il sostegno di chi crede in noi, vogliamo ricominciare. Non sarà facile, ma siamo pronti a lottare per ciò che abbiamo costruito con tanto amore e sacrificio», spiega Morena, con una determinazione che non lascia spazio al pessimismo.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.