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l’emergenza
04 Febbraio 2025 - 18:15
Focolaio di aviaria nel torinese, 50mila polli saranno abbattuti. Controlli anche negli altri allevamenti
Oltre 50mila animali condannati a morte. È questo il primo, drammatico bilancio del focolaio di influenza aviaria che ha colpito un allevamento avicolo di Chivasso. Un provvedimento necessario per tentare di arginare l’infezione e fare in modo che non si allarghi ad altri animali e allevamenti della zona.
L’allarme - ha ricostruito oggi la Regione Piemonte - è scattato il 31 gennaio, quando l’Istituto Zooprofilattico di Torino ha rilevato un aumento anomalo della mortalità presso l’allevamento di Chivasso che quindi, come previsto dalla normativa in casi simili, è stato subito posto sotto sequestro da parte dei servizi veterinari dell’Asl To4. Al tempo stesso, si è immediatamente proceduto a verificare tutti i movimenti di personale e mezzi da e per l’allevamento, nel tentativo di capire come il virus sia entrato nell’allevamento (nel Nord Italia sono presenti alcuni focolai) e a impedirne la diffusione verso altri stabilimenti.
Il giorno successivo, l’1 febbraio, dal Centro di Referenza Nazionale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie è arrivata la temuta conferma: a uccidere gli animali è stato il virus dell’influenza aviaria. «A seguito di ciò - spiegano dall’assessorato alla Sanità - si è proceduto, come previsto dalla normativa, a istituire la zona di protezione (raggio di 3 chilometri dal focolaio) e la zona di sorveglianza (ulteriori 7 chilometri a partire dal focolaio): l’individuazione di queste zone è fondamentale per attuare le necessarie misure di sorveglianza sugli allevamenti presenti per escludere la diffusione del virus e attuare le dovute restrizioni nella movimentazione dei capi».
Lunedì è quindi stata convocata l’Unità di Crisi presso l’Asl To4, alla quale hanno partecipato rappresentanti del Settore veterinario della Regione, del Centro di Referenza per l’influenza aviaria di Padova, dell’Istituto Zooprofilattico di Torino e dell’Asl di Asti (coinvolta per una porzione di territorio dalla zona di sorveglianza), nel corso della quale «sono state definite e programmate - spiega ancora la Regione - le attività di eradicazione ed estinzione del focolaio secondo quanto stabilito dalla normativa». Questo, purtroppo per i 50mila animali dell'allevamento, significa l’abbattimento, che avrà luogo a partire già nei prossimi giorni e al termine del quale si provvederà alla disinfezione della struttura. In assenza di ulteriori focolai l’allevamento potrà riprendere l’attività trascorso un periodo di circa un mese dal termine della disinfezione. Nel frattempo, si spera che non arrivino ulteriori brutte notizie dagli altri allevamenti in cui sono transitate persone e mezzi che sono stati anche a Chivasso e nei quali sono in corso i test.
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