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19 Marzo 2025 - 16:51
Il Frecciarossa salta Bardonecchia «per una valutazione del gestore»
La decisione di non far fermare il Frecciarossa a Bardonecchia è «una valutazione del gestore». Così l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi, intervenuto oggi in seconda commissione, ha spiegato la genesi della scelta di non avere due fermate, a Oulx e a Bardonecchia, e di quale delle due scegliere quando, ormai tra pochi giorni, sarà finalmente riaperta la linea ferroviaria tra Italia e Francia, chiusa dall’agosto 2023 per una frana sul versante francese.
Una scelta che è stata contestata in Val di Susa e non solo. «Crediamo sia indifferibile e, a questo punto, urgente calendarizzare l’audizione di Trenitalia France - attacca Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) -. Quest’ultima è un’azienda sì francese, ma di proprietà di Trenitalia. Se da un lato non sfugge come Sncf possa privilegiare le esigenze territoriali del lato francese, nulla vieta che Trenitalia faccia altrettanto col versante italiano della tratta». «La linea diretta per la Francia - sottolinea Nadia Conticelli (Pd) - rischia di indebolire le nostre stazioni sciistiche a vantaggio di quelle del versante d’oltralpe».
Durante la seduta della commissione, è stato fatto anche il punto sulle linee ferroviarie piemontesi dismesse. «Nel 2019 c’erano 500 chilometri di linee ferroviarie sospese che oggi sono scesi a 372 - ha spiegato l’assessore Gabusi -, cerchiamo di migliorare il servizio ai viaggiatori pur essendoci ancora molto da lavorare». Per riaprirle tutte (tra cui la Pinerolo-Torre Pellice e l’Asti-Chivasso) ci vorrebbero quasi 400 milioni di euro di investimenti e 45 milioni all’anno per i costi dell’esercizio. «Gabusi ha dichiarato che i criteri determinanti per prendere in considerazione la riattivazione di una linea sono il numero di passeggeri al momento della sospensione, gli investimenti necessari, il risparmio di tempo di percorrenza del treno rispetto al trasporto su gomma. Purtroppo non ha menzionato il vantaggio ecologico del treno sulla gomma» è la critica di Monica Canalis (Pd).
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