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la testimonianza

L'urlo «aiuto!» e Massimo è corso da Chiara e Simone: «Ma non sono riuscito a salvarli»

Il vicino di casa della coppia uccisa a Volvera: «Perché nessuno ha mai aiutato quei ragazzi?»

Simone Sorrentino e Chiara Spatola, i due fidanzati uccisi a Volvera

Simone Sorrentino e Chiara Spatola, i due fidanzati uccisi a Volvera

Ha sentito Chiara Spatola gridare «aiuto!» ed è uscito di casa. Ma non è riuscito a salvare né lei, né Simone Sorrentino dalla follia omicida di Andrea Longo. «E’ il mio rammarico più grande, non averli salvati. Non solo quella sera, ma anche prima: se avessi saputo che Chiara aveva paura l’avrei aiutata. Sono papà anch’io di una ragazza». Scuote la testa Massimo Toscano, 55 anni, l’uomo che il 24 aprile è corso in aiuto dei due fidanzati quando Andrea Longo li stava uccidendo. Toscano è stato il solo ad intervenire, ma non ha potuto fare nulla. Intanto, le indagini proseguono: c’è da fare chiarezza sul coltello che il 118 avrebbe trovato in casa del killer. Un’arma, il coltellaccio, usata per compiere la strage.

«Non li ho salvati»
Massimo Toscano, la sera del 24 aprile era fuori con sua figlia Irene. Ad un certo punto, ha udito delle urla. Era Chiara Spatola, che stava chiedendo aiuto. Il suo fidanzato, Simone Sorrentino, stava morendo sotto i fendenti di Andrea Longo. Qualche minuto dopo, sarebbe morta anche lei. «Ho scavalcato il cancello, ma non ho fatto in tempo a salvare quei giovani. Erano già morti, mentre il killer era ancora vivo», ricorda Toscano. Il 55enne abita proprio di fronte alla casa di via XXIV Maggio dove risiedeva la giovane coppia. Non li conosceva personalmente, se non di vista, mentre non aveva mai visto Andrea Longo. Che appunto, era ancora in vita quando Toscano è entrato in cortile. «Gli ho detto: “Resta giù, adesso arriva l’ambulanza”. Non avevo capito che era lui l’assassino. Era tutto così folle, c’era sangue ovunque, una scena orribile, straziante». E Longo, mentre Massimo Toscano scavalcava il cancello, si stava togliendo la vita. «Mia figlia Irene ha visto tutto, mi ha raccontato che quel tizio ha provato prima a tagliarsi la gola, poi si è sferrato una pugnalata. E’ stata la mia Irene a chiamare il 118. L’ambulanza è arrivata quasi venti minuti dopo e l’uomo era ancora vivo. I ragazzi, invece, erano già morti».

Massimo Toscano ha visto il coltello usato per la strage: «Un coltellaccio, una lama lunghissima». Non è riuscito, purtroppo, a salvare Chiara e il fidanzato. «Per questo sono arrabbiato. Ma lo sono ancora di più quando penso alle paure di quella povera ragazza. Mia figlia ha 21 anni, anche lei ha subìto stalking, quindi conosco bene queste situazioni. Possibile che nessuno abbia mai aiutato quei due giovani?».

Il giallo del coltello
Mentre Volvera è ancora sotto shock per la strage compiuta alla vigilia del 25 aprile, le indagini dei carabinieri proseguono, coordinate dal pm Dionigi Tibone. Come detto, andrà fatta chiarezza su quello che ad oggi resta un giallo, vale a dire il coltellaccio usato per compiere la mattanza che i sanitari del 118 avrebbero trovato nell’abitazione di Andrea Longo quando quest’ultimo li ha chiamati a seguito di una crisi. La telefonata risale alle 16, quattro ore e mezza prima della tragedia. Gli operatori non hanno portato via Longo né, a quanto pare, segnalato ai carabinieri la presenza del coltello, che era ben visibile sul divano. Martedì, intanto, verrà dato l’incarico per effettuare l’autopsia sui corpi dei ragazzi.

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