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Cronaca
28 Maggio 2025 - 10:20
Ad Avigliana, si è svolta una complessa esercitazione all'interno dell'ex dinamitificio Nobel, ma questa volta, la detonazione è stata solo figurativa, parte di un evento orchestrato per testare e migliorare le capacità operative della Polizia di Stato.
Nell'ambito della manifestazione "2laghi 2milaventicinque", la polizia di Stato ha messo in scena un disastro di massa, un "mass disaster", per esercitare le proprie competenze in situazioni di emergenza. L'obiettivo principale era l'identificazione delle vittime. Questo tipo di esercitazione è cruciale per garantire che, in caso di eventi reali, le operazioni possano essere condotte con la massima efficienza e rispetto per le vittime e le loro famiglie.
Il gruppo D.V.I. (Disaster Victim Identification) della polizia di Stato, istituito con decreto del capo della polizia nel 2006, ha il compito di restituire un nome e una storia a chi non può più raccontarla. Le operazioni di identificazione sono condotte secondo i più elevati standard internazionali, seguendo un protocollo Interpol che assicura precisione e rispetto. Gli operatori del gruppo D.V.I. hanno maturato un'esperienza significativa in scenari nazionali e internazionali, come il terremoto di Amatrice, il naufragio di Lampedusa e il crollo del ponte Morandi.
Durante l'esercitazione ad Avigliana, il coordinamento è stato affidato al dirigente del Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica Piemonte e Valle d'Aosta. Il team operativo era composto da medici legali, video-foto-segnalatori, dattiloscopisti e personale con formazione chimica, fisica, biologica e informatica. Questa varietà di competenze ha permesso di simulare un intervento realistico e di consolidare le conoscenze necessarie per affrontare situazioni di emergenza.
Dietro ogni corpo da identificare c'è una storia, una famiglia e un bisogno di verità. È questa consapevolezza che qualifica la risposta gestionale e operativa del gruppo D.V.I. L'importanza di questo lavoro è stata recentemente sottolineata dall'identificazione del cadavere rinvenuto nel fiume Po il 19 febbraio 2025. Grazie all'analisi del DNA nei laboratori di genetica forense, è stato possibile restituire la salma ai familiari, offrendo loro un po' di pace.
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