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Alpignano
30 Maggio 2025 - 17:07
Un’altra vittoria dello Stato contro la mafia prende il nome di “Casa della legalità Lea Garofalo”.
Quello che un tempo era un bar legato ad attività illecite come truffe, usura e ricettazione, situato in via Venaria 18 ad Alpignano, oggi è stato restituito alla comunità e affidato ufficialmente all’Associazione Calabresi per la legalità, vincitrice di un bando promosso dal comune di Alpignano per l’assegnazione di questo bene confiscato alla mafia.
Una seconda vita per questo luogo che sarà trasformato in un incubatore di attività culturali contro l’infiltrazione della criminalità organizzata.
L’Associazione Calabresi per la legalità da 12 anni organizza eventi ed iniziative per promuovere persone che hanno fatto e fanno della legalità e della giustizia il loro scopo di vita. Da qui nasce l’idea di intitolare questa casa a Lea Garofalo, coraggiosa donna calabrese che ha denunciato i traffici illeciti del suo ex compagno. Lea si è fatta promotrice della legalità e della giustizia a costo della propria vita: rapita dal suo ex compagno, torturata e infine data alle fiamme per tre lunghissimi giorni. Dei suoi resti, rimasero solo duemila frammenti ossei.
Visibilmente commossa, la sorella Marisa ha sottolinea l’importanza di questo gesto: «Questa giornata per me è importante perché Lea, che da sola ha sconfitto l’intero clan della 'ndrangheta, oggi si trova qui in un posto dove prima era abitato dalla 'ndrangheta. Da oggi, per me, questa è anche casa di Lea». Proprio quella casa che Lea era spesso costretta a cambiare durante il programma di protezione, perché ovunque andasse la 'ndrangheta riusciva a trovarla.
Presenti all’inaugurazione anche le classi 2D e 3E della scuola media Tallone di Alpignano e i ragazzi e le ragazze del Consiglio comunale di Caselette. Ai ragazzi si è rivolto anche il sindaco di Alpignano Steven Palmieri: «Non accettate la cultura del favore, dell’omertà, della scorciatoia, abbiate fiducia nello Stato, ma soprattutto in voi stessi».
«Tutto questo è stato reso possibile grazie alle forze dell’ordine, alla magistratura e ai comuni che ritengono doveroso acquisire al patrimonio e restituire alla collettività questi beni», ha proseguito il vicesindaco e assessore alla legalità Anna Maria Scrima.
«Siamo orgogliosi per questo importante obiettivo raggiunto, in linea con i valori della nostra associazione che si impegna quotidianamente per valorizzare la cultura della legalità», ha concluso il presidente dell'Associazione Calabresi per la legalità, Pasquale Lo Tufo.
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