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IL FATTO
31 Maggio 2025 - 13:06
Un’organizzazione strutturata, con capi, reclutatori e “guerrieri” operativi anche di notte. È questa la descrizione che la Digos e la procura di Torino tracciano dei V-V, gruppo che si è distinto per azioni di vandalismo e disobbedienza civile nel nome della lotta contro l’obbligo vaccinale anti-Covid. La sigla, nata inizialmente sul web, è ora al centro di un’inchiesta culminata con la notifica di 12 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. L'accusa: associazione per delinquere. Secondo gli inquirenti, i V-V rappresenterebbero l’articolazione torinese di una rete diffusa a livello nazionale, con ramificazioni in città come Roma, Bergamo, Rimini, Modena, Bari, Mantova. Al vertice ci sarebbe un 55enne residente a Ivrea; la “reclutatrice” sarebbe una donna di 61 anni di Castiglione Torinese. I membri operativi, identificati come “guerrieri”, sono perlopiù adulti tra Torino e provincia.
Le azioni contestate – 23 episodi tra l’ottobre 2021 e l’aprile 2024 – consistono soprattutto in imbrattamenti e danneggiamenti a sedi istituzionali, scuole, università, ospedali, sindacati, giornali e banche. I reati ipotizzati, in gran parte legati a “deturpamento e imbrattamento”, sono punibili con pene fino a sei mesi di reclusione. Tuttavia, è l’organizzazione del gruppo a preoccupare gli investigatori.
I V-V operano principalmente su Telegram, dove hanno costruito quella che definiscono una “base operativa segreta”: una rete di chat e canali coordinati da “leader”, “admin”, “tutor” e “guerrieri”. Ogni nuovo adepto, secondo gli atti, affronta un processo di selezione e addestramento: test, questionari, video-colloqui via chat in cui i presunti capi appaiono incappucciati. Solo dopo aver superato le prove, i candidati ricevono istruzioni precise su strumenti (vernici, corde, zaini, radiotrasmittenti) e obiettivi. I “guerrieri” vengono poi inviati sul campo. In un caso, nel gennaio 2023, il 55enne eporediese avrebbe partecipato direttamente a un’azione contro una scuola media, colpendo con un calcio un poliziotto intervenuto: è accusato anche di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Parallelamente, altri simpatizzanti – non formalmente indagati – sono incaricati della propaganda social, comprese campagne diffamatorie. Il principale canale Telegram del gruppo conta circa 18 mila iscritti. Proprio da lì è stata recentemente lanciata una raccolta fondi per sostenere le spese legali degli indagati, con un messaggio che parla di «imputazioni assurde» e di un presunto attacco del «sistema nazicom» contro la «forza di lotta V-V».
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