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AMBIENTE

Discarica di Rivara: i Comuni del Canavese rinunciano a nuovi ricorsi e assumono la gestione del sito

Dopo oltre vent’anni di contenziosi e sentenze sfavorevoli, le amministrazioni locali si fanno carico della bonifica dell’ex discarica, chiusa dal 2000 ma ancora colma di rifiuti

Discarica di Rivara: i Comuni del Canavese rinunciano a nuovi ricorsi e assumono la gestione del sito

La lunga vicenda legata alla discarica dismessa di Rivara, nel Canavese, giunge a un punto di svolta. I Comuni comproprietari del sito – Cuorgnè, l’Unione Montana Alto Canavese e l’Unione Val Gallenca – hanno formalmente deciso di rinunciare a ulteriori azioni legali. Dopo la recente sentenza del TAR e la successiva conferma in Corte d’Appello, gli enti hanno scelto di non ricorrere in Cassazione né al Consiglio di Stato, sancendo così il definitivo passaggio della responsabilità gestionale nelle mani delle amministrazioni locali.

Il sito, chiuso nel 2000 e tuttora contenente circa 190mila metri cubi di rifiuti, rappresenta un nodo ambientale irrisolto e simbolicamente rilevante per il territorio. Si tratta infatti di una delle eredità più complesse del fallimento del consorzio Asa, che nel 2010 lasciò un debito superiore agli 80 milioni di euro e una scia di responsabilità mai completamente chiarite.

Il Tribunale amministrativo ha chiarito che la Comunità Montana, che gestiva l’impianto prima del passaggio ad Asa, ha trasmesso automaticamente diritti e oneri ai Comuni subentrati, in base alla normativa vigente in materia di successione degli enti soppressi.

Alla luce delle pronunce giurisprudenziali, le amministrazioni locali hanno optato per una decisione difficile ma inevitabile: farsi carico in via diretta della gestione e della messa in sicurezza del sito. Il sindaco di Cuorgnè, Giovanna Cresto, ha espresso amarezza per l’esito del percorso giudiziario, sottolineando come la prosecuzione dei ricorsi avrebbe comportato solo un ulteriore aggravio di tempi e costi, con esiti improbabili.

Il tema ora torna pienamente sul piano operativo. Gli enti locali coinvolti hanno avviato una ricognizione tecnica per definire le azioni necessarie alla bonifica dell’area e alla sua messa in sicurezza definitiva. L’obiettivo è affrontare concretamente una situazione rimasta a lungo sospesa, consapevoli che la tutela ambientale e la salute pubblica non possono più attendere.

Il sito di Rivara, oltre alla complessità tecnica e amministrativa, è tristemente noto anche per essere stato teatro di un grave fatto di cronaca: nel 2016, nella vasca del percolato, fu ritrovato il corpo di Gloria Rosboch, vittima di un omicidio che colpì profondamente l’opinione pubblica nazionale.

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