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Nel post del Comune spunta l'asterisco e in consiglio è subito polemica

All’opposizione non è piaciuta la scelta fatta sui social della Città

Nel post del Comune spunta l'asterisco e in consiglio è subito polemica

È bastato un semplice asterisco al posto di una vocale per scatenare la polemica nell’ultimo Consiglio comunale di Rivoli.
Lo scorso 7 aprile, sulla pagina facebook ufficiale del Comune, è apparso un post informativo relativo al referendum, accompagnato dalla frase “Rimani aggiornat*”. L’utilizzo dell’asterisco, in sostituzione della vocale finale nella parola “aggiornato”, non è passato inosservato. Non si è trattato di un refuso, né di un errore di battitura: l’asterisco rappresenta una scelta consapevole, utilizzata per sostituire il genere maschile e femminile, con l’obiettivo di adottare un linguaggio più inclusivo e neutro. In barba a ciò che dice la grammatica italiana. Una scelta che però non è piaciuta affatto ai consiglieri comunali di Fdi Valerio Calosso, Vincenzo Vozzo e Federico Depetris, i quali hanno presentato un’interrogazione per chiedere chiarimenti. «L’italiano, come precisato dall’Accademia della Crusca, non conosce il genere neutro - ha spiegato il consigliere Depetris - L’utilizzo di asterischi e schwa è diffuso nei centri sociali e nei circoli di estremisti di sinistra. Non capiamo come un’amministrazione pubblica possa proporre questo tipo di comunicazione sui suoi canali ufficiali. Siamo contrari all’utilizzo di questi neologismi che ridicolizzano il lungo percorso di emancipazione delle donne nella nostra società». I consiglieri hanno chiesto alla Giunta se intende usare asterischi o schwa nelle comunicazioni ufficiali, sui social e se la scelta dell’asterisco sia stata presa dall’addetto alla comunicazione o decisa da un membro della Giunta.

Dopo la domanda, ecco la risposta: «L’utilizzo dell’asterisco in un singolo post rientra nella libertà redazionale, in coerenza con una comunicazione più inclusiva e attenta all’evoluzione del linguaggio. - ribadisce l’assessore alla transizione digitale Emanuele Bugnone - Non si tratta di una linea imposta, ma di una scelta volta a rappresentare con rispetto tutte le identità. Sul punto, peraltro, era già stata fornita risposta in sede di Consiglio comunale e, come specificato nella stessa occasione, quanto sottolineato dai consiglieri è accaduto in un solo post su oltre 500 pubblicati».

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