A Gassino l’emergenza abitativa non è più un tema periferico ma una priorità. Lo ha confermato l’ultima riunione del Tavolo Sociale, convocata dall’Amministrazione comunale per fronteggiare una crisi che, ormai, coinvolge non solo i disoccupati, ma anche chi un lavoro ce l’ha. A lanciare l’allarme sono stati gli stessi operatori del territorio: madri separate, lavoratori precari, famiglie monoreddito faticano a pagare l’affitto e rischiano di ritrovarsi senza casa.
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Una fascia di disagio nuova, più difficile da riconoscere, che emerge “nel silenzio generale” e riguarda persone che mai avrebbero pensato di trovarsi in simili condizioni. Il quadro tracciato con l’aiuto del Cisa – Consorzio intercomunale dei servizi sociali parla chiaro: il disagio cresce e gli strumenti a disposizione sono sempre più inadeguati.
Il Comune ha avviato misure d’urgenza, tra cui la possibile creazione di un fondo straordinario per l’emergenza abitativa e azioni preventive per evitare sfratti imminenti. Un primo risultato concreto è arrivato proprio nei giorni scorsi: grazie alla rete attivata dal Tavolo e al supporto della parrocchia, una famiglia è riuscita a evitare di finire per strada. Un caso simbolico, che mostra come la sinergia tra istituzioni e volontariato possa dare risposte efficaci.
Al centro della discussione anche il tema degli alloggi sfitti, che potrebbero essere recuperati e destinati all’emergenza. Il Comune ha riavviato il confronto con l’ATC – Agenzia Territoriale per la Casa, per valutare interventi di riqualificazione e riassegnazione a chi ne ha più bisogno.
Il Tavolo riprenderà i lavori a settembre, con l’obiettivo di costruire una politica abitativa strutturata, basata su dati aggiornati e interventi mirati. Perché oggi a Gassino, come altrove, basta una separazione o un contratto part-time per perdere la casa. E quando accade, la fragilità non è più un’eccezione: è la regola.