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ECONOMIA

Il Canavese tra incertezze globali e calo produttivo

L'indagine di Confindustria Canavese segnala aspettative in flessione su produzione, ordini ed export

Il Canavese tra incertezze globali e calo produttivo

Il Canavese si trova a fare i conti con uno scenario economico sempre più incerto, in cui le tensioni internazionali e le ricadute della globalizzazione stanno influenzando pesantemente le prospettive di crescita del settore industriale. A delineare il quadro attuale è l’ultima indagine congiunturale diffusa da Confindustria Canavese, relativa al trimestre luglio-settembre 2025, i cui risultati riflettono un crescente pessimismo tra le imprese del territorio.

L’instabilità geopolitica, alimentata da conflitti, dazi e mutamenti nei rapporti commerciali globali, si fa sentire anche sul tessuto produttivo piemontese, e in particolare su quello canavesano, che mostra segnali di preoccupazione superiori rispetto alla media regionale. Accanto a questi fattori, si somma l’impatto del fisiologico rallentamento estivo, dovuto a ferie e interruzioni temporanee dell’attività, che contribuisce ad alimentare un clima generale di sfiducia.

A preoccupare maggiormente è l’andamento dell’industria manifatturiera, tradizionalmente centrale per l’economia del Canavese, che registra un calo diffuso delle aspettative su produzione, ordini e redditività. Le imprese attive nei servizi, invece, mostrano una tenuta migliore, con stime stabili e in alcuni casi in lieve miglioramento, soprattutto in termini di occupazione e marginalità.

Nel confronto con il resto del Piemonte, le previsioni canavesane si rivelano leggermente peggiori nel breve termine, mentre si intravedono segnali di possibile recupero verso l’ultima parte dell’anno.

I dati raccolti da Confindustria Canavese si basano sull’indicatore sintetico noto come SOP (saldo ottimisti-pessimisti), che misura la differenza tra chi prevede un aumento e chi, invece, anticipa una diminuzione nei principali indicatori economici.

Per quanto riguarda la produzione industriale e gli ordini complessivi, il saldo si attesta a -12,8, segnalando un prevalere netto delle aspettative negative. La redditività (SOP -6,9) e l’export (SOP -6,1) seguono lo stesso trend. Sul fronte occupazionale la situazione appare più stabile, con un SOP pari a -2,6, mentre cresce la percentuale di imprese che prevede di ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni, ora al 16%, in aumento rispetto al trimestre precedente ma in linea con i livelli dei mesi passati.

Per quanto riguarda i costi, si segnala un aumento dei prezzi delle materie prime (32,9% delle aziende) e della logistica e trasporti (33,8%). I costi legati all’energia restano perlopiù invariati per oltre metà delle imprese (57,5%). Un altro elemento di criticità riguarda i ritardi nei pagamenti da parte dei clienti: il 26,3% delle aziende ha segnalato un peggioramento, anche se in lieve diminuzione rispetto al trimestre scorso.

Nonostante il quadro generale tenda al ribasso, non mancano segnali di cauto ottimismo. Il numero di imprese intenzionate a investire nei prossimi dodici mesi è in crescita: il 24% prevede investimenti significativi, mentre il 46,7% ha in programma investimenti di entità più contenuta. Anche il grado medio di utilizzo degli impianti aziendali, sebbene in leggera flessione, si mantiene su livelli relativamente elevati, con un tasso medio del 76%.

Il presidente di Confindustria Canavese, Paolo Conta, ha commentato i risultati dell’indagine sottolineando la complessità del momento. Secondo quanto dichiarato, il 2025 si conferma un anno particolarmente sfidante per l’economia locale, con le imprese che si trovano a gestire una delicata fase di transizione. Conta ha evidenziato come il clima di incertezza non colpisca in modo uniforme tutti i settori, lasciando intravedere segnali di tenuta soprattutto nei servizi.

La possibilità di ripresa, ha osservato, dipenderà in larga parte dall’evolversi delle tensioni internazionali nei prossimi mesi e dalla capacità delle imprese di riorientarsi, puntando sull’innovazione tecnologica e sull’apertura a nuovi mercati. In questo senso, ha ribadito l’impegno dell’associazione nel continuare a supportare attivamente le aziende, accompagnandole nel percorso di adattamento e crescita anche in un contesto così incerto.

L’indagine restituisce l’immagine di un sistema produttivo sotto pressione, che però non rinuncia a cercare margini di manovra. Investimenti, trasformazione tecnologica e strategie di internazionalizzazione restano le leve principali su cui costruire la ripartenza, in attesa di una stabilizzazione del quadro geopolitico e macroeconomico.

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