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Il dato

Agricoltura biologica, in Piemonte il 7,5% delle aziende è certificato

Le cooperative agricole piemontesi stanno guidando la ripresa del biologico regionale. Tra il 2020 e il 2023 le aziende certificate sono passate da 2.798 a 3.524

Agricoltura biologica, in Piemonte il 7,5% delle aziende è certificato

Dopo mesi difficili segnati da inflazione e incertezze di mercato, il settore biologico italiano torna a crescere. I primi quattro mesi del 2025 registrano un aumento del 4,4% nelle vendite a valore e del 2,6% a volume, segnali che confermano l'interesse crescente per i prodotti bio Made in Italy. A fotografare questa tendenza è una ricerca Nomisma realizzata per Ice Agenzia nell'ambito del progetto ITA.BIO.

LA COOPERAZIONE COME CHIAVE DI SVILUPPO
Durante il convegno CooperaBio – L'agricoltura biologica si rafforza con la cooperazione, che si è svolto presso la Cooperativa agricola Gino Girolomoni di Isola del Piano (PU), esperti e rappresentanti istituzionali hanno discusso le strategie per consolidare il comparto. Tra i partecipanti Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, e Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca, che hanno entrambi evidenziato l'importanza dei modelli cooperativi e dei distretti del biologico per rafforzare la competitività delle imprese agricole italiane.

Il messaggio emerso dal convegno è chiaro: non basta ampliare le superfici coltivate. Servono investimenti in ricerca, formazione e comunicazione per distinguere il biologico da altre certificazioni e rispondere alle esigenze dei consumatori. La cooperazione diventa quindi uno strumento decisivo: aggregare produttori significa garantire assistenza tecnica specializzata, ottimizzare la produzione e assicurare quantitativi adeguati per l'esportazione. Un modello che sostiene anche la vitalità economica e sociale delle aree interne, dove il biologico italiano trova molti dei suoi protagonisti.

«Anche in Piemonte il biologico può crescere solo se sostenuto da un sistema cooperativo solido e innovativo», sottolinea Roberto Morello, presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte. «Le cooperative del territorio svolgono un ruolo fondamentale nel garantire qualità, tracciabilità e sostenibilità, ma soprattutto nel creare sinergie tra aziende che da sole non potrebbero competere sui mercati nazionali e internazionali. È questa rete di collaborazione che consente di valorizzare le produzioni locali e rafforzare l'economia piemontese».

La regione sta consolidando da anni un percorso di crescita costante nel settore. Secondo i dati dell'Anagrafe Agricola del Piemonte, le imprese agricole con indirizzo certificato bio sono passate da 2.798 nel 2020 a 3.524 nel 2023, con un incremento di oltre il 15%. Negli ultimi cinque anni la crescita complessiva ha raggiunto il 19,6%, portando il biologico a rappresentare il 7,5% delle aziende totali, con una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) di circa 82.000 ettari. L'incidenza del biologico risulta particolarmente elevata tra le aziende guidate da giovani.

Anche le superfici dedicate al biologico hanno registrato un aumento significativo, passando dai 48.105 ettari del 2018 ai 56.721 ettari del 2023 (+17,9%), pari al 6,2% della SAU piemontese. Secondo i dati del Sinab – Bio in Cifre 2024, il Piemonte si colloca oggi al tredicesimo posto in Italia per estensione biologica, con 57.576 ettari coltivati. Le principali produzioni riguardano la frutta, la frutta a guscio e gli ortaggi.

Numeri che confermano il potenziale del biologico piemontese, ma che evidenziano anche la necessità di una strategia condivisa tra imprese, istituzioni e mondo cooperativo. Come ricordato da Raffaele Drei durante il convegno, il settore biologico e quello convenzionale non devono essere considerati in contrapposizione, ma come due modelli integrabili, capaci di offrire un'offerta diversificata e di qualità ai consumatori.

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