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La truffa
15 Ottobre 2025 - 10:30
Foto d'archivio
Continua in provincia di Torino l’ondata di truffe telefoniche ai danni di anziani e non solo, con almeno 14 denunce in due settimane tra Pinerolo, Moncalieri, Collegno e il capoluogo. I truffatori, sempre più organizzati e informati, si spacciano per carabinieri, poliziotti o promotori finanziari, riuscendo a guadagnarsi la fiducia delle vittime e a svuotare conti correnti e risparmi.
A Moncalieri, una donna di 67 anni è stata contattata da un uomo che si è presentato come un investigatore dell’Arma. “Stiamo conducendo un'indagine sul personale che opera nella sua banca. Qualcuno sta cercando di svuotare il suo conto corrente, ma lei non si preoccupi, è tutto assicurato. Faccia quello che le diciamo e non parli con nessuno, soprattutto con la filiale. Non perderà nulla”, le avrebbe detto il finto carabiniere. L’uomo, che conosceva diversi dettagli personali della vittima reperiti online, è riuscito a convincerla a effettuare tre bonifici per un totale di 95 mila euro, svincolando anche alcuni investimenti. I soldi sono finiti su un conto intestato a un prestanome e sono spariti nel giro di pochi giorni.
Una truffa identica ha colpito un 63enne di Pinerolo. Sul suo display è comparso il numero dei carabinieri, ma a contattarlo era il “solito finto maresciallo”, che lo ha convinto a effettuare un bonifico di 22 mila euro.
A Poirino, un 72enne ha inviato 40 mila euro a un truffatore che si era spacciato per il suo consulente finanziario, mentre a Torino una pensionata del 1941 ha consegnato 4.500 euro a un fantomatico avvocato per pagare un’inesistente cauzione al figlio “che non era mai stato arrestato”.
Fra i truffati c’è anche un 31enne, che ha accreditato 550 euro sul conto di un finto carabiniere per acquistare un telefonino.
Come difendersi
Secondo gli inquirenti, il meccanismo è sempre lo stesso: creare un clima di urgenza e paura, fingendo di voler proteggere la vittima da un pericolo imminente.
È importante controllare sempre il numero telefonico o l’indirizzo e-mail del mittente, anche una sola lettera diversa rispetto a quello ufficiale può essere un segnale d’allarme; in caso di dubbio, evitare di aprire allegati o cliccare su link sospetti.
Non bisogna fornire mai dati personali o bancari via telefono o e-mail: le banche non richiedono mai PIN, password o codici temporanei in questo modo. È fondamentale anche non cliccare su link contenuti in SMS sospetti, anche se sembrano provenire da numeri ufficiali, ma verificare sempre attraverso i canali istituzionali della banca.
In caso di sospetto, è opportuno contattare subito la propria banca per segnalare l’accaduto e informare le autorità competenti, contribuendo così a evitare che altri possano cadere nella stessa trappola.
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