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L'intervento
16 Ottobre 2025 - 12:12
Dopo quasi venticinque anni di attesa, è partita la bonifica dell'area della discarica di Oma, situata a Rivalta. Un intervento reso possibile da un finanziamento di 5.337.000 euro ricevuto dai bandi PNRR che metterà definitivamente in sicurezza un sito che, attualmente, è fortemente inquinato.
Il cantiere è stato consegnato già verso a fine luglio e i primi interventi, previsti nelle settimane di inizio autunno, riguarderanno la pulizia di un'area di oltre 22.000 metri quadri. Il terreno dovrà infatti essere liberato dalla vegetazione, che nel tempo ha invaso tutta la zona, prima di iniziare il vero e proprio intervento di messa in sicurezza permanente.
Il pericolo principale per il territorio è rappresentato da strati di morchie idrocarburiche oleose mischiate con il terreno: si tratta di depositi di impurità altamente inquinanti che in alcuni punti raggiungono una profondità superiore ai sei metri. Dai campionamenti e dai rilievi svolti negli anni scorsi è emerso che purtroppo che alcune morchie risultano mischiate con la calce, mentre altre sono state sversate pure. Si tratta di resti e scarti di lavorazione dell'attività che si svolgeva alla discarica, dove venivano rigenerati oli esausti. Una pesante eredità ambientale che Rivalta deve ora gestire in modo da salvaguardare l'ecosistema della zona.
L'intervento prevede poi la realizzazione di una barriera impermeabile, che impedirà ai liquidi velenosi di contaminare le acque di falda, e una copertura in geo-tessuto dove verrà poi posato uno strato di terreno agricolo.
COME FUNZIONERÀ LA MESSA IN SICUREZZA
I lavori si concentreranno sulla messa in sicurezza permanente del sito. Intorno alla discarica verrà infatti realizzata una cinturazione per impedire agli inquinanti di espandersi, sulla superficie, invece, si procederà con un capping in geo-tessuto e infine tutto verrà ricoperto con terreno agricolo. Si tratta di una tecnica già nota, spesso utilizzata nel trattamento delle discariche e dei depositi di rifiuti.
Verrà inoltre installato un sistema di monitoraggio e di recupero vapori, in modo da tenere sotto controllo la situazione nel corso del tempo. Secondo il cronoprogramma, gli interventi dovrebbero terminare già entro l'inizio della prossima estate.
Poco più di un anno fa, grazie a quasi due milioni di euro del ministero della Transizione ecologica, erano già stati realizzati 400 metri di scogliera di contenimento lungo le sponde del Sangone. La struttura, fatta di massi a secco e geo-tessuti a strati filtranti, impedisce fenomeni di erosione che potrebbero mettere a rischio l'area della discarica.
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