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L'iniziativa

A Pino Torinese i ragazzi in prima linea: sport e scuola contro la violenza di genere

Giovani e adulti insieme a Pino Torinese per dire no alla violenza di genere: sport, dialogo e attività pratiche per educare al rispetto e alla prevenzione

A Pino Torinese i ragazzi in prima linea: sport e scuola contro la violenza di genere

Sabato 13 dicembre, all’auditorium di piazza Maria Montessori, Pino Torinese ha messo al centro i giovani per dire no alla violenza di genere. “Per non stare a guardare” è il titolo scelto per l'incontro che ha riunito la Consulta Giovani, le squadre di volley e calcio con i rispettivi allenatori e un team di professioniste dell’educazione e del supporto psicologico. Un patto intergenerazionale che parte dallo sport e arriva ai banchi di scuola, con un obiettivo chiaro: trasformare consapevolezza e dialogo in prevenzione concreta.

La scelta di coinvolgere squadre e allenatori non è casuale. Lo spogliatoio, come la palestra, è uno spazio dove si formano linguaggi e comportamenti: includere lo sport nel discorso sulla prevenzione significa riconoscere il suo ruolo educativo. Durante la mattinata i ragazzi sono stati chiamati a mettersi in gioco, con esercizi e attività che hanno favorito l’espressione personale e la presa di posizione attiva, senza lezioni frontali.

Il percorso è passato anche dalla “piramide della violenza”, uno schema che aiuta a leggere come stereotipi, battute sessiste e controllo possano alimentare forme più gravi di abuso. Da qui la riflessione condivisa: ciascuno ha una quota di responsabilità nel rendere inaccettabili certe pratiche e nel promuovere relazioni d’amore sane, fondate su fiducia, rispetto, assenza di pregiudizi ed empatia. Tra i tasselli indicati come prioritari: sportelli di ascolto nelle scuole, educazione affettiva, valorizzazione della libertà personale e del sostegno reciproco.

Il confronto è stato guidato da Barbara Giacobbe e Martina Caprara, psicologhe e psicoterapeute del Servizio Giovani per i Giovani del Centro Tosco di Valle Ceppi, con la partecipazione di Ilaria Granata, educatrice e operatrice dello sportello antiviolenza di Pino Torinese, e di Simona Finetti, educatrice e operatrice del Centro antiviolenza InRete del Chierese.

“Il punto cardine è che l’iniziativa è stata possibile perché ci sono stati degli adulti che ci hanno creduto, motivando i ragazzi e le ragazze, essendo presenti per primi e partecipando con interesse. Molto interessante è stato mettere insieme generazioni diverse che si sono confrontate, insieme ai ragazzi (i principali protagonisti), sul tema della prevenzione. L’atteggiamento di tutti è stato attivo e propositivo” sottolinea Barbara Giacobbe.

Per Martina Caprara la chiave è stata il metodo: “Mi è piaciuta molto la sinergia di chi ha condotto l’incontro. È stato importante che ogni adulto presente fosse sulla stessa linea di pensiero e fosse d’accordo sul ribadire la fiducia nei confronti dei ragazzi e il non voler insegnare nulla o fare la predica. Mi è sembrato molto bello questo evento, proprio come in una partita gli adulti sono stati i coach, ma la palla era in mano ai ragazzi e hanno giocato loro”.

Soddisfazione anche da Simona Finetti: “È stato un incontro sperimentale che è andato bene, il coinvolgimento dei ragazzi si è rivelato al di sopra delle aspettative, anche grazie al supporto degli allenatori che, per rompere il ghiaccio, hanno partecipato in prima persona alla discussione”.

Ilaria Granata ricorda: “Creare spazi come questo significa offrire ai ragazzi e alle ragazze la possibilità di fermarsi, riflettere e riconoscere le proprie emozioni e i propri confini. La prevenzione nasce proprio qui: dal dialogo, dall’ascolto reciproco e dalla consapevolezza”.

Dal comune di Pino Torinese è arrivato un ringraziamento alle professioniste e alle realtà sportive coinvolte. L’assessora alla cultura, Elisa Pagliasso, ha evidenziato: “Ringrazio le professioniste che si sono messe a disposizione per ideare e condurre questo importantissimo incontro, nello specifico a Barbara Giacobbe per aver proposto l’iniziativa”.

L’immagine che resta è quella di una comunità che sceglie di non voltarsi dall’altra parte: adulti e ragazzi seduti allo stesso tavolo, con regole chiare e obiettivi condivisi. Perché la prevenzione non è uno slogan, ma una pratica quotidiana che si impara insieme.

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