Cerca

Gamba amputata per “errore”: medici assolti, l’ospedale paga

amputato
Una serata con gli amici, a fare parkour a Mirafiori Sud. Un salto oltre la recinzione, la caduta, poi l’ingresso in ospedale: da quel momento (era il 3 maggio 2015), la vita di Davide Patané, che oggi ha 29 anni, è stata stravolta. Aveva una distorsione al ginocchio. Ma il suo ricovero, tra Cto e Molinette, è durato quasi tre mesi, per complicazioni vascolari. E quando è uscito, Davide aveva una gamba amputata.

Oggi ha una protesi, e non può più fare alpinismo, né praticare i propri sport preferiti. La procura aveva aperto un’inchiesta, a carico di 68 medici, che fu archiviata. La famiglia Patané ha deciso di affidarsi allo studio legale Ambrosio e Commodo, e ha intentato una causa civile che si è conclusa con un risarcimento da oltre 700mila euro: dovrà pagare Città della salute, come stabilito dalla giudice Stefania Tassone. Non è stato risarcito soltanto Davide (con i massimi tabellari), ma anche i suoi familiari: il papà, la compagna di lui, la sorella e il fratellino, figlio del papà e della nuova consorte.

«Una sentenza unica - commenta l’avvocato Renato Ambrosio - che dimostra come anche i familiari, anche se la vittima è viva, abbiano dei diritti. Di solito si riconoscono i danni solo in seguito alla morte». «Davide – ha precisato l’avvocato Gaetano Catalano - entrò in ospedale con una distorsione. Il monitoraggio doveva essere tempestivo, nel suo caso non lo fu. Da ortopedia venne mandato in neurologia. Il giudice ha affidato una consulenza tecnica ad esperti di Firenze che hanno valutato che vi furono complicazioni della vascolarizzazione, ritardi, ma anche probabili carenze organizzative. Davide oggi ha il 40 percento di invalidità».

Il tribunale ha liquidato il danno ai familiari del ragazzo, per la sofferenza che hanno patito nel vivere la tragedia del loro caro. «La perdita di un parente - c’è scritto nella sentenza - comporta una grave e profonda ferita che con gli anni è destinata a rimarginarsi, lasciando una vasta cicatrice. La lesione del rapporto parentale per le gravi menomazioni di un congiunto invece, si sostanziano in una ferita a volte meno grave e profonda, ma destinata a rimanere sempre aperta e che potrebbe essere per questo foriera di una sofferenza analoga». Dimostra il patimento di tutti i membri della famiglia, il disegno del fratellino, che a cinque anni aveva ritratto Davide senza una gamba.
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.