L’altra epidemia è esplosa. Quella dell’influenza stagionale che ha già spedito dal medico, se non a letto, almeno 27mila persone in Piemonte. Qualcuno contagiato con sintomi seri, al punto da spaventarsi di avere contratto il Covid, altri con una sintomatologia meno preoccupante, caratterizzata da raffreddore, tosse e rinite. Passato un mese dall’inizio della “sorveglianza” sul malanno tipico della stagione il Seremi ha confermato come la nostra regione abbia superato la soglia nazionale di contagiati, con un’epidemia che l’Istituto superiore di sanità considera peggiore a quella della stagione precedente l’arrivo del Covid. Anche perché, grazie al controllo sulla pandemia, maggiore è l’attenzione delle “sentinelle” dell’Iss sul territorio. L’impatto, infatti, sembra due volte più violento delle stagioni passate.
«La sorveglianza delle sindromi influenzali della stagione è iniziata il 18 ottobre - spiegano dal Servizio di Epidemiologia della Regione -. È in aumento l’incidenza settimanale con sei casi ogni mille assistiti». Per quest’ultima, in particolare, si stimano circa 27mila persone con influenza stagionale in Piemonte con una corrispondenza precisa rispetto all’inizio dell’epidemia dello scorso anno, ma anche una differenza sostanziale: la corsa dei contagi si era esaurita presto in seguito alle restrizioni adottate per il Covid. Un’incognita che, quest’anno, ancora grava sulla possibile evoluzione degli effetti endemici, mescolati alle sintomatologie e alle infezioni da Coronavirus. I due ceppi virali, infatti, sembrano avere pari diffusione.
«Come atteso, l’incidenza maggiore è nell’età pediatrica, con 15 casi per 1.000 assistiti: 29 nella fascia da 0 a 4 anni e 8 tra 5 e 14 anni; 5 casi per 1.000 assistiti, invece, nell’età adulta e 2 casi per 1.000 assistiti tra le persone con più di 64 anni di età». Questo il quadro dell’epidemia in Piemonte, mentre a livello nazionale, si osserva un’incidenza di 4,2 casi per 1.000 assistiti. Anche Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Sicilia vengono segnalate tra le Regioni in cui è scattata l’allerta per il superamento della soglia epidemica, sebbene non tutte ad oggi abbiano già attivato la sorveglianza.
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L’influenza, quest’anno, si annuncia molto piu’ impegnativa degli anni precedenti anche nel resto d’Italia, sebbene a livello nazionale non si superino ancora i 4,2 casi ogni 1.000 assistiti, un valore più che doppio rispetto allo stesso periodo della stagione precedente l’arrivo del Covid. Anche nel resto del Paese, infatti, a essere colpiti sono soprattutto i bambini al di sotto dei cinque anni, come confermano le rilevazioni del sistema di sorveglianza InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità che registra l’andamento dell’epidemia stagionale attraverso 853 medici sentinella.
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