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La sanità riparte negli ospedali, ma resta l’incubo liste d’attesa

CHIRURGHI - MEDICI

MILANO 25/3/2005 OSPEDALE NIGUARDA CHIRURGHI - MEDICI INAUGURAZIONE NUOVO REPARTO DI RIANIMAZIONE CARDIOLOGICA NELLA FOTO IL REPARTO DI CARDIOLOGIA UNA SALA OPERATORIA PH FINESSI / EMMEVI PHOTO

Con Omicron e la quarta ondata pandemica che sembrano cominciare a battere in ritirata, almeno sul fronte ospedaliero e dei nuovi infetti, arriva il via libera alla progressiva ripresa di visite, esami, ricoveri e operazioni sospese dallo scorso autunno in ambulatori e ospedali a causa del CovidLa recrudescenza dei contagi e l’aumento di pazienti, infatti, aveva costretto il Dirmei a sospendere tutte le attività non urgenti o considerati programmabili in un secondo momento in base alla gravità. Solo ieri pomeriggio, invece, la decisione di riaprire ratificata dall’Unità di Crisi attraverso una nota cofirmata dal direttore della Sanità, Mario Minola e dal commissario Emilpaolo Manno.

RIPARTE LA SANITA' «L’attività ordinaria dovrà essere erogata nel rispetto delle misure di prevenzione - spiegano - tenendo conto della situazione sanitaria e organizzativa a livello di singola azienda sanitaria, continuando ad assicurare le risorse necessarie alle attività essenziali al contrasto della pandemia». Nel caso in cui l’andamento pandemico subisse un peggioramento, però, sarà necessario prevedere una pronta e tempestiva riorganizzazione delle attività assistenziali in base alle mutate esigenze organizzative. Insomma, non manca il rischio di ritrovarsi a chiudere un’altra volta tutto. «Le prestazioni urgenti e non procrastinabili sono sempre state garantite durante tutta la fase pandemica - sottolineano il governatore Alberto Cirio e l'assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi -. Ora che la curva del contagio è finalmente in discesa è necessario, però, aggiornare la risposta sanitaria alle necessità di salute dei cittadini ripristinando le prestazioni meno urgenti, ma comunque importanti». E il primo punto all’ordine del giorno, non a caso, dovranno essere le liste d’attesa

INCUBO LISTE D'ATTESA Sono ormai decine di migliaia le prestazioni saltate definitivamente o da recuperare al più presto dopo l’interruzione imposta dal Covid. Centinaia se si considera in senso più generale la differenza di 700mila visite venute a mancare nel confronto tra il 2019 e il 2021. Numeri su cui ogni Asl sta cercando di fare chiarezza proprio in questi giorni. Lunedì, infatti, direttori e responsabili dovranno presentare alla Regione un quadro completo delle “agende” da riaprire e con un numero preciso di attività che saranno nella condizione di eseguire entro un mese. Verrà messa a punto una strategia simile a quella già pianificata per le vaccinazioni, con una sorta di “mutuo soccorso” per ovviare ai problemi che si accumulano, ormai, da anni. «Abbiamo in programma un incontro specifico sulle liste d'attesa - assicurano Cirio e Icardi -. Dobbiamo affrontare questo tema annoso e così rilevante per la nostra sanità con lo stesso metodo di lavoro messo in campo per la campagna vaccinale che ha consentito al Piemonte di raggiungere risultati eccellenti».

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