l'editoriale
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31 Marzo 2022 - 08:27
Foto d'archivio (Depositphotos)
Il lungo addio a rigide regole e restrizioni, per cui ci vorrà almeno un mese per chiudere definitivamente il cerchio, comincia domani. E non sarà un “liberi tutti”. Parte l’abbandono progressivo al Green Pass, ad esempio, sui mezzi di trasporto pubblico, nei ristoranti all’aperto, così come nei musei o nei centri ricreativi dalle terme a quelli culturali, alle poste o in banca. Ma anche alla sua più radicale applicazione sui luoghi di lavoro, benché permangano gli obblighi di certificazione “base” per accedervi che spariranno soltanto a maggio, quando non si dovrà più attestare il completamento del ciclo vaccinale o la guarigione, ma non servirà nemmeno un tampone negativo. Da domani, infatti, scatterà ufficialmente la fine dell’emergenza sanitaria dopo due anni che hanno contato un milione di contagiati e oltre 13mila morti in Piemonte di cui più di 6mila soltanto a Torino. Sarà solo un primo passo verso l’uscita della pandemia, processo che si concluderà verso la fine dell’anno affidando sempre più competenze alle Regioni. Il Piemonte, non a caso, presenterà oggi il suo bilancio e la strategia per i mesi a venire che vedranno le consegne affidate dall’Unità di Crisi al Dirmei.
UN MESE E ADDIO AL GREEN PASS Non sarà uno schioccare di dita, ma l’abbandono del Green Pass comincia domani e sarà graduale. Fino al 30 aprile resta ancora obbligatorio quello “rafforzato” per una serie di attività al chiuso, dalle piscine ai convegni, dalle feste alle discoteche, dove per accedere servirà il ciclo vaccinale completo o la guarigione. Il Super Green Pass, invece, scomparirà del tutto solo a fine anno per l’accesso dei visitatori negli ospizi e negli ospedali, per cui sarà necessaria la dose di richiamo obbligatoria o un tampone negativo in aggiunta al Green Pass.
GLI OBBLIGHI VACCINALI Per alcune categorie di lavoratori, infatti, gli obblighi vaccinali restano validi fino a dicembre, così come gli ultracinquantenni potranno essere multati di 100 euro fino a metà giugno se No Vax. Solo fine anno, infatti, scadrà il vincolo per il personale sanitario e delle Rsa, mentre il 15 giugno se ne libereranno il personale docente ed educativo delle scuole. Fino ad allora, però, sarà un requisito essenziale per lavorare. Con un’eccezione: gli insegnanti No Vax non saranno sospesi dal servizio, ma dovranno essere adibiti ad attività di supporto alla scuola. Anche il personale universitario, come quello del comparto difesa e sicurezza o della polizia penitenziaria, dovrà comunque completare il ciclo vaccinale con la dose “booster” entro la stessa data. Per chi ha più di 50 anni, resta l’obbligo del vaccino fino al 15 giugno, ma con un allentamento cominciato lo scorso venerdì, per cui si potrà tornare in servizio nel pubblico o nel privato anche solo facendo un tampone ogni due giorni. Resta in vigore la sospensione dal lavoro senza retribuzione per tutti i lavoratori senza Green Pass che nelle aziende private potranno essere sostituiti fino a inizio maggio, mentre chi accede alla propria sede di lavoro senza la certificazione rischia sempre la sanzione da 600 a 1.500 euro, oltre a eventuali sanzioni disciplinari decise dal datore di lavoro.
CAMBIANO ANCHE LE QUARANTENE Dal primo aprile andrà in quarantena solo chi è contagiato dal Covid. I contatti stretti di un positivo, che fino a oggi potevano applicare l’autosorveglianza solo se protetti dal “booster”, se non guariti o vaccinati da meno di quattro mesi, ora resteranno in vigile attesa solo per dieci giorni, con la necessità di indossare la mascherina Ffp2 al chiuso e di fare il tampone dopo cinque giorni o anche prima, se compaiono i sintomi. La mascherina resta obbligatoria al chiuso, fatta eccezione per le abitazioni private, quando non sia possibile mantenere il distanziamento. Al lavoro basterà la mascherina chirurgica. L’obbligo di mascherina Ffp2 resta obbligatoria sui mezzi di trasporto, funivie chiuse, cinema, nei teatri o alle competizioni sportive. Fino a inizio luglio si potrà continuare a lavorare da casa in “smart working” senza bisogno di stipulare accordi individuali con i lavoratori.
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