l'editoriale
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29 Giugno 2022 - 06:54
Il “colpo di coda” della quarta ondata, con i contagi portati da una variante Omicron arrivata alla sua quinta evoluzione è peggiore di quanto si temesse. Quasi 6mila contagi (5.861) in Piemonte nel giro di appena ventiquattro ore, con un tasso di positività che va oltre la media di un tampone infetto ogni cinque esaminati su un totale di 25mila (22,8%). Numeri che potrebbero essere anche raddoppiabili, considerando quello che gli infettivologi definiscono «sommerso». Ossia quei casi di positività che vengono riscontrati solo dai diretti interessati, magari asintomatici, con tampone “fai da te” e senza alcuna comunicazione alle autorità sanitarie. «Più si fanno tamponi, più casi vengono fuori, perché non tutti si “denunciano” e il virus ne approfitta per circolare - commenta il professor Giovanni Di Perri dell’Amedeo di Savoia -. Omicron si sta dimostrando una variante contagiosa come sospettavamo e, per fortuna, abbiamo provveduto proteggere anziani e ammalati con la quarta dose in tempo. Anche i ricoveri non sono ancora eccessivi. Ma adesso servirebbe un vaccino nuovo, anche in vista dell’autunno: doveva già esserci e continua a non arrivare».
CRESCONO I RICOVERI Lo scenario peggiora progressivamente dalla scorsa settimana, quando per la prima volta dopo mesi sono stati superati mille contagi in un giorno e sono cominciati a crescere anche i ricoveri. Nei pronto soccorso, inoltre, tornano a esserci in media una trentina di pazienti in attesa su barelle sistemate in corridoio e sale d’attesa. Ieri nei reparti di medicina i pazienti Covid erano 319, ovvero, 18 in più rispetto a lunedì e 38 in più rispetto a domenica. I ricoverati in terapia intensiva sono 11.
IL QUADRO PEGGIORE Il quadro epidemiologico diventa più fosco con l’inizio dell’estate a fronte di oltre 380mila piemontesi che non hanno aderito alla campagna vaccinale: 106mila hanno più di cinquant’anni, 121mila sono i giovani tra 5 e 11 anni, mentre 158mila sono stati immunizzati dal contagio negli ultimi sei mesi. Il Piemonte, però, si piazza in testa alla classifica nazionale per la somministrazioni delle quarte dosi con 272mila vaccinazioni già inoculate a malati, ultraottantenni, ospiti delle residenze socioassistenziali, fragili con più di sessant’anni e specifiche patologie. «Un risultato di cui siamo particolarmente orgogliosi perché ci rende più sicuri - commenta Pietro Presti del Dirmei -. Resta uno “zoccolo duro” di non vaccinati, purtroppo, per cui non sono bastate nemmeno le sanzioni. A differenza delle precedenti ondate, però, sono loro a rischiare di più in questo momento».
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