Un vaccino contro il cancro. Sembra fantascienza invece pare essere finalmente realtà. E la cura al male più brutto del mondo è nata nei laboratori di Candiolo dai virus dei gorilla. Merito dei ricercatori del laboratorio Armenise-Harvard di immunoregolazione dell’Iigm (Italian Institute for Genomic Medicine) con sede all’Istituto di Candiolo, diretto da Luigia Pace: hanno scoperto che è possibile indurre una risposta immunitaria efficace contro il tumore utilizzando un vaccino adenovirale, sicuro per l’uomo, che codifica per mutazioni presenti nelle cellule tumorali.
Lo studio è stato pubblicato il 10 agosto sulla prestigiosa rivista Science Translational Medicine, in collaborazione con la Biotech svizzero/italiana Nouscom. Oltre a essere stato studiato in laboratorio, il nuovo vaccino è stato anche oggetto di un primo studio clinico, condotto negli Stati Uniti dall’azienda biotech Nouscom con dodici pazienti affetti da tumore del colon in fase metastatica. Nelle patologie croniche, i linfociti, cioè le cellule del nostro sistema immunitario, perdono la capacità di controllare sia l’infezione sia la progressione del tumore. Tuttavia un piccolo gruppo di linfociti denominati CD8+, che hanno la funzione di identificare e uccidere le cellule infettate da virus o le cellule tumorali, mantengono la capacità di attivare una risposta immunitaria efficace e di uccidere le cellule tumorali. I ricercatori hanno osservato che il vaccino aumenta il numero dei linfociti CD8+ sia nei linfonodi sia nel tumore, un fatto che apre nuove prospettive nella medicina di precisione per il trattamento di tumori resistenti.
«Utilizzando antigeni tumorali insieme al vettore dei gorilla si riesce a bloccare lo sviluppo del tumore e proteggere contro le recidive - spiega la direttrice del laboratorio di immunoregolazione “Armenise - Harvard”, Luigia Pace -. Attraverso questo sistema molto simile al vaccino anti-Covd AstraZeneca, si generano cellule sentinella che producono anche la regressione del tumore al colon. Ma possiamo applicare questo metodo anche ad altri tumori. Analizzando le mutazioni si possono studiare ulteriori vaccini ad hoc per risvegliare il sistema immunitario della persona malata». Si tratta di una scoperta a dir poco rivoluzionaria.
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«Fino ad oggi il meccanismo con cui i vaccini adenovirali istruiscono il sistema immunitario a colpire le cellule tumorali non era noto e anche per questo la loro efficacia nel trattamento dei pazienti oncologici era dubbia - spiega la dottoressa Pace -. Con questa scoperta è stato compiuto un importante passo avanti, tanto che è ragionevole pensare che una terapia vaccinale basata su vettori adenovirali potrà presto diventare una concreta opzione terapeutica in oncologia. E non appena verrà approvato dalla Agenzia Italiana del Farmaco - sottolinea la direttrice - lo utilizzeremo a Candiolo».
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