Il centro oncologico di Candiolo rischia di spegnere la ricerca contro il cancro. Il motivo? «Le bollette della luce triplicate sono difficili da sostenere, e stiamo faticando a tenere accesi i 100 congelatori fondamentali per poter condurre le sperimentazioni sui tumori». Sono allarmanti le parole di Felice Borghi, direttore del dipartimento chirurgico e della chirurgia oncologica dell’Istituto di Candiolo Irccs, intervistato a margine della presentazione dell’iniziativa di Novacoop a sostegno dell’istituto. «Questi aiuti sono fondamentali - ha spiegato Borghi -, ma ci servirebbe un intervento economico da parte del governo per ridurre la spesa dell’elettricità e per non rischiare di dover spegnere i nostri congelatori che ci consentono di conservare i tessuti a temperature che vanno da -80 a -180 gradi. Stiamo cercando di ridurre lo spazio di conservazione per poter utilizzare meno congelatori ma non è un’operazione semplice». In bilico è anche «l’ampliamento della biobanca che consente di sviluppare cure ad hoc contro il cancro attraverso esperimenti su organoidi che si sviluppano e si riproducono negli animali da laboratorio». Un bel problema, anche a fronte di una maggiore aggressività dei tumori dei pazienti riscontrata dalla pandemia in avanti. «Il Covid ha rallentato le cure dei malati oncologici, abbiamo fatto meno diagnosi perché la gente aveva paura a recarsi in ospedale, successivamente le liste di attesa si sono allungate, e in questi mesi stiamo assistendo a un aumento dei casi avanzati di circa il 20% rispetto al periodo pre pandemia» ha spiegato il direttore di chirurgia oncologica. Un momento difficile per il centro tumori che alimenta le voci di un acquisto della struttura da parte di enti sanitari privati. Un’ipotesi ventilata da tempo ma smentita da Borghi: «Si è parlato di un interesse da parte di Humanitas e del San Raffaele, ma sono solo parole, non c’è nulla di fondato, anche perché la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro onlus non ha intenzione di cedere, è un ente pubblico-privato e l’istituto è il secondo in Italia a ricevere la quota di 8x1000 più elevata». Le parole della presidente della Fondazione, Allegra Agnelli, del resto, lasciano pochi dubbi in merito: «Il mio sogno prima di chiudere gli occhi definitivamente è quello di trovare una cura contro tutti i tumori. I fondi ricevuti sono tantissimi e con questi noi dobbiamo supportare la ricerca nel modo migliore».
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