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false malattie neurodegenerative
07 Maggio 2025 - 11:00
Un’ombra ancora troppo grande per i medici, ma anche per il Servizio Sanitario Nazionale che, se non riconosciuta e trattata adeguatamente, potrebbe costare molto più di quanto necessario. È l’idrocefalo normoteso, una patologia che colpisce principalmente gli over-65 e che, se diagnosticata tempestivamente, potrebbe essere trattata con successo, migliorando la qualità della vita dei pazienti e generando significativi risparmi per la sanità pubblica.
In Italia, nel 2024, si stima che i casi non riconosciuti possano variare da 114.900 a 611.400. Una cifra impressionante che fa luce su una malattia spesso confusa con demenza senile, Alzheimer o Parkinson. Si tratta di una condizione neurologica che si manifesta con una triade di sintomi: demenza, incontinenza urinaria e difficoltà a deambulare, noti anche come “piedi pesanti”. Ma, a differenza di altre patologie neurodegenerative, l’idrocefalo normoteso è trattabile, e il trattamento chirurgico potrebbe non solo migliorare la qualità della vita del paziente, ma anche ridurre i costi complessivi per la sanità pubblica.
Secondo gli esperti, se i casi fossero correttamente diagnosticati e trattati, il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe risparmiare tra i 6,7 e i 35,8 miliardi di euro all’anno. Questo grazie alla differenza nei costi per paziente: mentre il trattamento per malattie come Alzheimer e Parkinson può costare tra i 50.000 e i 70.000 euro all’anno, quello per l’idrocefalo normoteso non supera i 13.000 euro annui.
"In un decennio, dal 2024 al 2033, i risparmi potrebbero arrivare fino a 464 miliardi di euro," ha dichiarato Roberto Cerchiara, esperto in statistica sanitaria. Ma nonostante questi vantaggi economici, solo il 20-25% dei casi viene riconosciuto e trattato correttamente.
La difficoltà di diagnosi è legata al fatto che i sintomi dell’idrocefalo normoteso sono facilmente sovrapponibili a quelli di altre patologie neurodegenerative. Ma, come spiega il neurochirurgo Gianpaolo Petrella, “Se riconosciuta in tempo, la malattia è curabile. Si interviene chirurgicamente con l'inserimento di un tubicino che drena l’eccesso di liquido cerebrospinale, riportando il paziente a una vita normale.”
La diagnosi, effettuata tramite TAC o risonanza magnetica, è fondamentale per evitare trattamenti errati e costosi. “Servono più formazione e sensibilizzazione tra i medici,” aggiunge Petrella, sottolineando come il riconoscimento precoce possa migliorare significativamente la gestione della malattia.
La conferenza stampa tenutasi alla Camera dei deputati, promossa da Marina Marchetto Aliprandi (FdI), ha avuto come obiettivo quello di accendere i riflettori su questa patologia poco conosciuta. Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha ribadito l’importanza di una maggiore attenzione alla diagnosi precoce, non solo per i benefici economici ma anche per le ricadute sanitarie e sociali.
"Questa malattia continua a essere sottodiagnosticata, ma dobbiamo fare in modo che non rimanga nell'ombra," ha dichiarato Paolo Trancassini, questore della Camera, annunciando anche una campagna di sensibilizzazione tra i deputati.
A sostegno della causa, anche il conduttore televisivo Flavio Insinna ha dato il suo contributo, annunciando una serata di beneficenza a Roma il 26 maggio, il cui obiettivo è raccogliere fondi per l’Associazione Neuro Vita, impegnata nella sensibilizzazione e nella formazione sulla malattia.
L’idrocefalo normoteso è una patologia che può e deve essere trattata. Riconoscerla tempestivamente non solo migliora la vita dei pazienti, ma può anche portare a risparmi notevoli per il nostro sistema sanitario. È tempo di farla uscire dall’ombra.
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