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Mina ultima diva

mina
Mina, nata a Busto Arsizio il 25 marzo 1940 • «La tigre di Cremona» • «Mina! Minona! Minona che canta! Fatte vade’ da vicino. Quanto sei bella, Mina! Sei la più grande cantante del mondo! Sei grande! Sei ‘na fagottata de robba!» (Alberto Sordi, a Studio Uno, 1966) • «Aliena e umana, algida e coinvolgente, classica e moderna, rassicurante e spiazzante, Mina Anna Maria Mazzini, per tutti Mina, è universalmente considerata, dopo 60 anni di carriera e 75 album incisi, la più grande cantante italiana. Una voce inarrivabile, in grado di toccare le corde più recondite dell’anima, che ha fatto innamorare tre generazioni di ascoltatori» (Gabriele Antonucci, Panorama, 25/2/2020) • «Non ha mai scritto una canzone eppure le canzoni che hanno scritto per lei è come se fossero sempre state sue. Il prodigio dell’interprete perfetto» (Paolo Giordano, Il Giornale, 1/3/2020) • Fattasi conoscere nel 1959 con Nessuno al Festival del Rock di Milano, fece la prima apparizione tv al Musichiere. Seguirono Tintarella di luna (1959), Coriandoli e Il cielo in una stanza (1960), Le mille bolle blue Io amo, tu ami al Festival di Sanremo del 1961, Città vuota (1963), E se domani (1964), Un anno d’amore e Brava (1965), Se telefonando (1966), la tv come showgirl di Canzonissima e Studio Uno, le canzoni Bugiardo e incosciente Non credere (1969), Insieme (1970), Amor mio (1971), Grande grande grande (1972), Non gioco più e la trasmissione Mille luci (1974), L’importante è finire (1975) • Un repertorio che va da Napoli a Frank Sinatra, dal pop al rock’n’roll, dalla canzone d’auto - re all’opera lirica alla musica sacra. 1.500 canzoni incise, 150 milioni di dischi venduti • «La cantante bianca più grande del mondo» (Louis Armstrong) • «È una diva, come non ne ho più incontrate. Dopo ho visto brave interpreti, ma sono un’altra cosa» (Maurizio Costanzo) • «In anni non più vicini sono stato anch’io un ammiratore di Mina, veramente una grande cantante» (Giorgio Napolitano) • «La voce di Mina è un miracolo. Io credo che lei sia nata con la musica nel Dna. È come se avesse avuto una memoria prenatale della musica. Questo è tipico della genialità, quello di sapere prima di conoscere» (Fabrizio De André) • «Come Greta Garbo, come J. D. Salinger, come Carlos Castaneda, come Lucio Battisti, come Thomas Pynchon, un giorno anche Mina decide di sparire, di ritirarsi dalla scena, di cominciare a coltivare il mito della diva invisibile» (Aldo Grasso, Corriere della Sera, 21/3/2010) • Dopo un ultimo concerto alla Bussola di Viareggio nel 1978 non ha mai più voluto esibirsi in pubblico.

Titoli di testa «Il fatto è che non l’ho mai cercato, il successo, non ho lottato per conquistarlo, e così non l’ho mai apprezzato. A una certa età, così come all’uomo viene la barba, a me è venuto il successo. L’ho accettato come una cosa normale: senza pena né fatica, senza rendermi conto della fortuna che mi capitava. Me lo sono tenuto come si tiene un regalo di cui si ignora il prezzo, e se lo perdo pace» (a Oriana Fallaci, L’Europeo, 1963).

Vita «Per quanto l’anagrafe dica Busto Arsizio, Anna Mina Mazzini è cremonese. Figlia di Giacomo, piccolo industriale: agiata, senza l’ansia di arrivare al successo a tutti i costi, probabilmente più snob di quanto si immagini. Dunque niente famiglia che agli albori del boom economico spinge la figlia a diventare famosa. Suo padre passò alla storia della canzone per una battuta: “Mia figlia vuole fare la cantante? Ma se è stonata come una campana!”» (Roberto Cotroneo, L’Espresso, 29/3/2001) • La nonna Amelia, cantante lirica, le trasmette l’amore per la musica e la spinge a studiare pianoforte. A scuola, durante la ricreazione, si esibisce su richiesta dei compagni. Da piccola, nuota. A 13 anni il padre la iscrive alla Canottieri Baldesio, lei arriva seconda a una gara regionale • «Lei da ragazzina faceva vacanze in Versilia, e a tarda notte, quando lo spettacolo degli altri era finito, provava a cantare» (Cotroneo) • David Matalon, produttore discografico, la vede sul palco in un locale di Casteldidone e la vuole nella scuderia della sua piccola casa discografica • «È Baby Gate, questo il nom de plume, che evoca un esotismo padano che allora doveva sembrare chissà che. Poi dal 1959 è soltanto Mina. Minigonne per l’epoca vertiginose e un modo di cantare che finisce per cambiare i gusti musicali degli italiani. Una voce sofisticata, per canzoni un po’ altalenanti, anche casuali. Il talento era tale che le si poteva far cantar di tutto» (Cotroneo) • «Ero andato in un cinema di Torino, il cinema Lutrario, dalle parti di Porta Susa. Me la ricordo benissimo. Un antro oscuro fumoso, soffocante. Orchestra in giacchetta rossa. Lei cantava assediata dal pubblico. Talvolta qualcuno riusciva a toccarle il sedere. C’era la mamma a vegliare, ma ogni tanto era travolta dall’entusiasmo degli ascoltatori. “Ehi, state attenti a mia madre”. Ma quelli niente» (Giorgio Bocca, Il Giorno, 1961) • «Il suo camerino era sempre una serra. Tutti fiori che le mandavano i suoi ammiratori» (Saltalamacchia) • «Impossibile […] dimenticare la storica esibizione di Mina e Battisti del 23 aprile del 1972 a Teatro 10, quanto tutta l’Italia si trovò davanti al televisore in bianco e nero per ammirare, una dopo l’altra, le esecuzioni stellari di Insieme, Mi ritorni in mente, Il tempo di morire, E penso a te, Io e te da soli, Eppur mi son scordato di te e Emozioni. Poco meno di nove minuti complessivi, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della televisione e della musica italiana, rivelando due artisti in stato di grazia. Curioso come due interpreti così intensi, giovani e comunicativi, da lì a poco si sarebbero ritirati entrambi a vita privata» (Antonucci) • «Il fatto è che io non mi sono mai abituata a cantare in pubblico, ho paura di tutto, di dimenticare le parole, di inciampare e cadere come un sacco, ho paura che mi sparino, come in Nashville, come in Quinto potere. Ho sempre pensato a questa cosa, che mentre canto qualcuno mi ammazza, è una sensazione schifosa» (a Natalia Aspesi, 1978).

Invisibile Pochi giorni dopo la sua sparizione, fu sorpresa a mangiare otto cotolette di fila • «Per circa venti anni, ciclicamente si sono alternate voci su di un suo possibile ritorno in scena, sempre più rare, sempre meno credibili» (Giordano) • Ogni anno, con geometrica regolarità, pubblica un nuovo disco • «Mandò al Sanremo di Bonolis un video dove la si vedeva cantare il Nessun dorma e le cantanti, incazzatissime, le diedero addosso. Per esempio, Patty Pravo: “Mina è un ectoplasma”, la Zanicchi: “Mina deve smetterla di rompere le scatole”, la Vanoni: “Noi sosteniamo con ostinazione Mina, a tutti i costi, peccato che Mina non c’è. Non essendoci... è troppo facile”. E la Vanoni è una di quelle che le vuole bene sul serio» (Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 25/3/2010).

Matrimonio Il 10 gennaio 2006 sposò il cardiologo Eugenio Quaini, suo compagno da un quarto di secolo (anche lui cremonese, abita e lavora a Brescia): nozze in gran segreto a Lugano, fu lei a parlarne per prima, ma solo il 2 marzo su Vanity Fair. Come prevede la legge svizzera ora il suo nome è Anna Maria Quaini.

Curiosità È alta 1 metro e 78, come Celentano • Non canticchia sotto la doccia • Tifa Inter, stravede per Valentino Rossi • Federico Fellini la implorò di girare un film con lui, Francis Ford Coppola la voleva nel Padrino, Giorgio Strehler la voleva, al posto di Milva, in Opera da tre soldi • È Grande ufficiale della Repubblica • Ha paura del buio e di prendere l’aereo • Dice di essere ormai mezza orba • Otti - ma cuoca: è arrivata a pesare 130 chili, poi sembra sia dimagrita • Fumava ma ha smesso • Ama leggere, soprattutto libri di fantascienza. Da sempre le piace Topolino • Pokerista incallita • Il soprannome «Tigre di Cremona» le fu dato da Natalia Aspesi.
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