Una madrina come Sandra Milo è il perfetto biglietto da visita per l’edizione 2021 del Lovers Film Festival: personaggio amatissimo, capace di segnare la storia dello spettacolo e del costume, in grado di unire le generazioni e di lasciare sempre il segno. Come, ad esempio, ha fatto ieri arrivando in MoleAntonelliana per la cerimonia inaugurale portando lei un dono al Museo del Cinema, una splendida bambolina che la ritrae sull’altalena in una delle scene simbolo di “Giulietta degli Spiriti”.
Signora Milo, quali sono i suoi propositi per questo incontro, a pochi minuti dall’ingresso in scena? «Ho tante cose da raccontare, ho una carriera lunghissima, anche solo per la mia età. Spero di poter dare anche un’idea di quella che è la vita di un’artista e di una donna come tante altre, con i problemi che tutte le donne hanno, hanno avuto e continuano ad avere».
Lo sa che tutti vorranno farla parlare ancora una volta del suo rapporto con Federico Fellini? «È difficile parlare di lui, era una persona completamente anomala e straordinaria. Non amava raccontarsi, era un uomo di grande spiritualità, aveva un grande amore per la gente e per l’umanità. A un certo punto della sua carriera ha sentito che era cambiato il mondo e che il suo era ormai alle spalle: continuò a fare cinema ma era come se avesse esaurito il suo “grande racconto”».
Lei non ha mai avuto problemi a parlare della vostra storia: cosa ne pensa ora? «È durata 17 anni ma quando lui mi ha proposto di passare il resto della sua vita con me, di andare in America insieme, di cambiare tutto, ho detto no. Forse aveva capito che ero io il suo grande amore, ha avuto un momento di grande coraggio che non era tipico del suo temperamento ma io ho avuto paura della quotidianità, che avrebbe avvilito il nostro amore meraviglioso. Gli ho detto che non volevo più vederlo. Non lo so se ho fatto bene o male».
Il suo legame con Torino è di lunga data... «Venivo a lavorare qui ai miei inizi, agli studi della radio Rai con Edmo Fenoglio, con cui vinsi anche un premio per la mia interpreta zione. E poi tornavo spesso anche solo per l’aperitivo da Carpano: ora si fa in tutta Italia, ma Torino è stata la prima e io ne andavo matta».
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Lei sembra divertirsi ancora molto a lavorare, è così? «Verissimo! In questo periodo sono a teatro con uno spettacolo in cui interpreto una drag queen cattivissima e capricciosa che scopre di avere avuto un figlio, ma ho anche partecipato al nuovo film di Castellitto, che ha ricostruito un intero paese al teatro 5 di Cinecittà. Credo sia fantastico, non vedo l’ora di andare al cinema».
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