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11 Luglio 2021 - 09:19
Impossibile fare una chiacchierata con Anna Mazzamauro senza farsi strappare più di una risata. Lei è così, verace, simpatica di natura, intelligente, pronta alla battuta. Ma in fondo è ciò che accade quando si è dotati di talento naturale e si è trascorsa l’intera esistenza su un palcoscenico. E anche adesso che l’attrice romana classe 1938 di anta ne ha già qualcuno, la sua vita continua a essere fatta di lavoro e prove.
«A San Mauro s’intende, al Gobetti, mi raccomando lo specifichi. Da qualche anno sono di casa qui grazie al mio produttore Stefano Mascagni e sto benissimo. E’ un piccolo grande teatro che merita tutto. Quando morirò, se succederà, ma non contate su di me, questo posto si chiamerà San Mazzamauro». Inizia così la lunga chiacchierata con la storica signorina Silvani alla vigilia delle prove dello spettacolo “Com’è ancora umano lei, caro Fantozzi”, che si terranno questa settimana al Gobetti.
Si tratta di un omaggio in parole e musica (di Sasà Calabrese) per Paolo Villaggio in prima nazionale il 23 e 24 luglio al Festival Teatrale di Borgio Verezzi. Prima però l’attrice interromperà le prove per partecipare, mercoledì 14 luglio alle ore 21,30, alla serata talk dell’Evergreen Fest al Parco della Tesoriera.
Uno spettacolo su Fantozzi non poteva che proporlo la signorina Silvani, sogno erotico del ragioniere...
«Uno spettacolo su Paolo Villaggio si anticipa da solo. Il ricordo di questo grande attore è talmente attuale che non ha bisogno di presentazioni particolari, tutti hanno amato Paolo Villaggio».
E lei? Lo ha amato come persona e collega?
«No. Basta essere ipocriti, sul set non esistono amicizie o sentimentalismi. Il più delle volte tra colleghi ci sono solo invidie. Io e Villaggio non eravamo amici, eravamo ottimi frequentatori della scena, lui mi ha sempre rispettata ma nulla di più».
Però adesso gli dedica uno spettacolo...
«Sì certamente, io devo molto alla signorina Silvani, mi ha dato la notorietà, e a volte per questo la ho anche odiata. Mi è sempre addosso, ecco il perché dello spettacolo, per vendicarmi di lei l’ho sbattuta sul palcoscenico e l’ho fatta ritrovare con Fantozzi...».
Cosa intende?
«Spero di farlo innamorare ancora di più, perché in fondo lui è l’unico uomo che mi abbia mai amata essendo io (Silvani, ndr) una merdaccia».
Si ricorda il suo provino per la parte?
«Come no. Io in realtà mi presentai per la parte della moglie e, non sapendo molto sul testo, andai vestita bene, truccata e con i tacchi. Il produttore mi disse che non andavo bene per quella parte: “Scusa, mai ti ricordavo più brutta”. A quel punto Villaggio si intromise e aggiunse: “Sì, è brutta, ma porta i tacchi”, così nacque la signorina Silvani».
Insiste con questo brutta, ma non si può credere che con il suo fascino non abbia fatto capitolare gli uomini...
«Va bene, diciamo che sono una donna atipica... E’ la mia atipicità che mi ha fatto vincere nel cinema. La signorina Silvani sarà eterna, nessuna è gelosa di lei, nessuno la vuole fare fuori. Solo una così poteva essere l’amore segreto di Fantozzi».
Però dei suoi uomini non vuole parlare... E’ innamorata?
«No, oggi no, non lo vorrei neanche, non sarebbe giusto che lo fossi dopo la morte del mio compagno...».
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