Pier Maria Bocchi aveva subito messo in guardia gli spettatori: «È vietato l’i ngresso esclusivamente agli scettici». Così aveva detto lo scorso anno il curatore della sezione “Le stanze di Rol” che debuttava al Torino Film Festival 2020. Ma quella che si è poi rivelata la novità più interessante della 38esima edizione della kermesse torinese, quel “luogo del mistero e dell’ignoto, dell’inspiegabile e del bizzarro”, proprio come l’universo del sensitivo torinese amico di Fellini, Gustavo Adolfo Rol, un luogo esplorato attraverso 9 film, tutti stranieri, si è dimostrato vincente.
Grande l’interesse riscosso e grande il successo di pubblico. Inevitabile, dunque, riproporlo anche quest’anno. Saranno 12 i film - questa volta ce n’è anche uno italiano - che comporranno “Le stanze di Rol” nella 39esima edizione del Tff, in programma dal 26 novembre al 4 dicembre prossimo. Ogni proiezione sarà preceduta da un teaser a cura di Rai4, media partner della sezione alla quale verranno anche dedicate due puntate del programma “Wonderland ”.
Se lo scorso anno la scelta era caduta su una selezione dei prodotti “irrituali” di questo cinema di genere, quest’anno Bocchi ha optato per titoli “più schietti e diretti”, perché, spiega, «mi è parso che il genere nudo e puro dimostrasse uno straordinario stato di salute. Nello stesso tempo, però, ho cercato tracce di genere in film che, in superficie, difficilmente verrebbero etichettati come tali». Le stanze si aprono con “Coming Home in the Dark”, il film horror-thriller psicologico neozelandese diretto da James Ashcroft, presentato in anteprima italiana.
Sempre in anteprima italiana “Bull” di Paul Andrew Williams dall’Inghilterra, il giapponese “Extraneous Matter - Complete Edition” di Kenichi Ugana, gli americani “Offseason” di Mickey Keating e “The Strings” di Ryan Glover. E ancora da Hong Kong “Raging Fire” di Benny Chan e dal Canada “Ste. Anne” di Rhayne Vermette”. In anteprima europea “Mlungu wam - Good Madam” di Jenna Cato Bass, Sud Africa, e “What Josiah Saw” di Vincent Grashaw, Usa.
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Anteprime mondiali sono “Inmersión” di Nic Postiglione, Cile, “Los plebes” di Eduardo Giralt e Emmanuel Massu, Messico, e in chiusura di rassegna l’italiano “L’angelo dei muri” di Lorenzo Bianchini. «Le stanze di Rol sono un elemento fondamentale della proposta complessiva del Torino Film Festival - commenta il direttore Stefano Francia di Celle - perché rappresentano un controcanto sottile o assordante alle altre forme di narrazione e di interpretazione della realtà delle altre sezioni».
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