«L’impresa», come la definisce,
Geppy Gleijeses, l’ha voluta dedicare a Mario. «Nel 1992 - spiega - ebbi la sfacciataggine di telefonare a
Mario Monicelli per proporgli la regia di
Arsenico e vecchi merletti. Era la sua prima vera regia teatrale e fu l’inizio di un grande sodalizio. Lo spettacolo fu uno straordinario successo». Nell’allestimento di
Monicelli Gleijeses vestiva i panni dell’attore, ora veste quelli del regista. Alla regia del maestro del cinema è liberamente ispirato
“Arsenico e vecchi merletti” di Joseph Kesselring, lo spettacolo che
Gleijeses porta in scena martedì prossimo al
Teatro Carignano (in replica fino al 7 novembre).
E per un classico di questa black comedy a stelle e strisce, resa celebre dal film cult diretto da
Frank Capra nel 1944, ha chiamato sul palcoscenico due grandi nomi della prosa:
Anna Maria Guarnieri, alias Marta, la «primadonna prediletta di
Zeffirelli, Missiroli, Ronconi - dice il regista - che si è prestata al gioco comico con una sapienza scenica ineguagliabile», e
Rosalina Neri, alias Abby, indimenticabile interprete de
“La grande magia” e de
“Il campiello” diretti da
Giorgio Strehler (originariamente era prevista
Giulia Lazzarini, ma la produzione ha comunicato che l’attrice non potrà riprendere la tournée).
Marta e Abby sono le due amabili zitelle di
Brooklin che avvelenano i propri malcapitati pensionanti, tutti vecchietti soli e abbandonati, per pura pietà filantropica con vino di sambuco all’arsenico. Ad aiutarle un fratello convinto di essere
Theodore Roosevelt, che seppellisce i cadaveri in cantina. Deciso a porre fine al folle disegno criminale, il nipote
Mortimer, celebre critico teatrale fresco di nozze, riuscirà solo dopo una serie di equivoci e colpi di scena a farle internare in manicomio.
«È difficile catalogare, inserire in un genere
Arsenico e vecchi merletti - è ancora
Gleijeses -. Non è una farsa macabra, né una satira del giallo. Appartiene certamente a una tipologia di commedia da noi poco praticata e di cui non abbiamo riscontri autorali,
“il Brillante”. Tecnica pura, divertimento assoluto. Un congegno di alta precisione, una meccanicità che si sublima nella genialità, nell’ebrezza di un gioco tenuto costantemente sul limite del funambolismo».
Powered by
E se qualcuno ci intravvedesse una riflessione sull’eutanasia,
Gleijeses taglia corto: «Noi vogliamo pensare all’
Arsenico che da
Cary Grant in poi abbiamo conosciuto, a quella commedia che le truppe americane adottarono come antidoto alla paura della morte nella
Seconda guerra mondiale». La commedia, infatti, debuttò a
Broadway nel 1941, in pieno conflitto, e giunse in
Italia nell’immediato dopoguerra con la compagnia
Morelli-Stoppa.