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29 Marzo 2022 - 08:46
Dovevano essere gli Oscar della pace quelli che si sono tenuti a Los Angeles lunedì all’alba (ora italiana): da più parti si era sperato che lo fossero, con molte star che avevano caldeggiato un collegamento in diretta con il presidente ucraino Zelensky per dare un messaggio importante contro la guerra. E invece: nessun intervento, pochissimi riferimenti sul palco alla prepotenza russa e, inatteso e quanto mai fuori luogo, un gesto di violenza è capitato proprio lì, in diretta davanti al mondo. È accaduto quando il comico Chris Rock ha scherzato sulla capigliatura rasata di Jada Pinkett, degna - secondo lui - di interpretare il sequel di “Soldato Jane”, film degli anni ’90 in cui Demi Moore era un soldato molto mascolino. Il marito dell’attrice, Will Smith, dopo aver abbozzato un primo sorriso si è alzato e ha colpito con uno schiaffo Rock, per poi urlargli di non osare a nominare mai più la moglie (malata di alopecia e per questo rasata). Poco dopo, Smith ha ritirato la statuetta come Migliore attore per “Una famiglia vincente”, piangendo ma non scusandosi con chi aveva schiaffeggiato. Una brutta pagina di cronaca e una pessima pubblicità per gli Oscar, che negli ultimi anni stanno cercando in tutti i modi di ripulirsi l’immagine dopo anni di premi dati (quasi) esclusivamente a maschi bianchi. Per il secondo anno consecutivo a vincere come migliore regista è stata una donna, questa volta Jane Campion per “Il potere del cane”, mentre il film più inclusivo e socialmente rilevante, “I segni del cuore”, ha sbancato vincendo tre statuette.
Si tratta di una pellicola che il pubblico italiano ha potuto scoprire all’ultimo Torino Film Festival, diretto allora da Stefano Francia Di Celle: il remake del francese “La famiglia Belier” racconta di una ragazza dotata di un grande talento come cantante, pur provenendo da una famiglia di persone sorde. “Coda” ha vinto anche come Migliore sceneggiatura non originale e per il miglior attore non protagonista, Troy Kotsur (anche lui sordo). Dopo l’esordio al Tff il film era uscito direttamente su piattaforma e su Sky, ma da giovedì grazie a questo successo arriverà anche nei cinema (le sale che lo proporranno sono in fase di definizione).
Sconfitte su tutta la linea per l’Italia: Paolo Sorrentino con “E’ stata la mano di Dio” si è visto superare dal giapponese “Drive my car”, per i costumi Massimo Cantini Parrini ha perso contro “Dune”, nell’animazione “Luca” di Enrico Casarosa è stato battuto da “Encanto”. Niente premi anche per la torinese Stefilm, co-produttrice del corto documentario “When we were bullies”: a vincere in questa categoria è stato “The Queen of Basketball”.
Sei statuette complessive per “Dune”, le attrici premiate sono state Jessica Chastain e Ariana DeBose.
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