Ieri sera una passeggiata sulle rive del Po, una cena al volo in uno degli hotel rigorosamente sold out della città, uno spritz in piazza Vittorio, una birretta in Sansa, in fondo, molti ancora non riconoscono i loro volti. Ma, oggi, si fa sul serio. La maggior parte dei 40 artisti internazionali, i più bravi del loro Paese tanto per intenderci, giunti in città alla spicciolata con le loro delegazioni già da un paio di giorni, inizieranno da questa mattina le prove a porte chiuse al PalaAlpitour di corso Sebastopoli. E lo spettacolo avrà inizio. L’ora X è senza dubbio le 14,20 quando a esibirsi per la prima volta a Torino sarà la Kalush Orchestra, la band ucraina super favorita per via di tutto quello che sta accadendo sul proprio territorio ma, anche, per il coinvolgente rap di cui è capace. Ad aprire la giornata, però, sarà alle 10 in punto l’Albania, seguita dalla Lettonia, dalla Lituania, dalla Svizzera, dalla Slovenia, dalla Bulgaria, da Paesi Bassi, dalla Moldavia. Ogni artista o band avrà a disposizione trenta minuti, i tempi sono rigidissimi. Le prove continueranno fino alle 17,10. E domani, domenica 1° maggio, toccherà a Portogallo, Croazia, Danimarca, Austria, Grecia, Islanda, Norvegia, Armenia; lunedì 2, Finlandia, Israele, Serbia, Azerbaigian, Georgia, Malta, San Marino con Achille Lauro, Australia e Cipro. E così via fino al 5 maggio giorno in cui, finalmente, si esibiranno anche i Big Five e, quindi, Mahmood e Blanco per l’Italia, Chanel per la Spagna, Sam Ryder per il Regno Unito, Malik Harris per la Germania e Alvan & Ahez per la Francia. Sarà questo il via vai cui Torino dovrà abituarsi per i prossimi 15 giorni, un trambusto mai visto che accompagnerà la città al fatidico 14 maggio, quando tra l’altro giungeranno anche i Maneskin, ospiti d’onore della finalissima, e quando gli occhi del mondo saranno tutti puntati su di lei a la diretta di Raiuno. Intanto a Torino iniziano a spuntare i cartelloni pubblicitari: «Torino che spettacolo» si legge alla partenza dei binari a Porta Nuova. Poco più in là, al parco del Valentino, procedono invece a marce forzate i lavori per l’Eurovillage che ospiterà stand, concerti e conferenze a partire dal 7 maggio con un parterre di 17mila persone che potranno assistere agli eventi direttamente sui prati attraverso tre maxischermi. Ieri erano tanti i giovani curiosi che prendevano il sole osservando i lavori e i turisti a passeggio all’ombra degli alberi e delle impalcature. «Da noi in Turchia l’Eurovision riunisce le famiglie, è un evento davvero imperdibile» spiega Laden, 20 anni, studentessa turca di Architettura ieri con un gruppo di amiche stesa sull’erba di fronte al parco in costruzione. Tra i passanti si respira un’atmosfera di festa. «E’ una bellissima iniziativa e non vediamo l’ora di poter assistere ai concerti al Valentino, purtroppo non siamo riusciti a prendere i biglietti per il Pala Alpitour perché sono finiti subito» dice Rania, 22 anni. Con lei c’è Ivan, musicista di 28 anni, che ha già individuato il suo artista preferito: «Io tifo per la canzone “De Diepte” di S10 per i Paesi Bassi e apprezzo molto anche “Brividi” di Mahmood e Blanco ma non so se vincerà l’Italia anche quest’anno». Non certo una sfida semplice per il nostro paese dopo il super successo dei Maneskin dello scorso anno che ha regalato alla band il successo internazionale. «I Maneskin sono fortissimi, li ascolto sempre quando guido» dice Robert, un turista arrivato dalla Polonia per visitare Torino assieme agli amici.
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