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Torino-Eurovision: un mese per sognare

eurovillage 22 torino

Sognare non costa nulla, dice il saggio. E, visto come stanno andando le cose, Torino ha ancora un mese di tempo per farlo. Oggetto del desiderio, il bis dell’Eurovision Song Contest nel 2023: la sede è ancora vacante a causa della guerra in Ucraina, Paese che di diritto avrebbe dovuto ospitare l’evento in seguito alla vittoria della Kalush Orchestra con “Stefania”, avvenuta il 14 maggio scorso al Pala Olimpico. Nell’ultima settimana, gli organizzatori (l’Ebu) si sono espressi con ben due comunicati stampa nei quali hanno scritto a chiare lettere la decisione di non portare il mega show nell’Ucraina dilaniata dai combattimenti per motivi legati, ovviamente, alla sicurezza. “L’Ebu comprende appieno la delusione che ha accolto l’annuncio che l’Eurovision Song Contest 2023 non può essere organizzato in Ucraina, il paese vincitore di quest’anno - si legge -. La decisione è stata guidata dalla responsabilità dell’Ebu di garantire che le condizioni siano soddisfatte per garantire la sicurezza di tutti coloro che lavorano e partecipano all’evento, la cui pianificazione deve iniziare immediatamente nel paese ospitante. Almeno 10.000 persone sono solitamente accreditate per lavorare all’Eurovision Song Contest, inclusi troupe, personale e giornalisti. Si prevede che altri 30.000 fan si recheranno all’evento da tutto il mondo. Il loro benessere è la nostra prima preoccupazione. È quindi fondamentale che le decisioni prese in relazione a un evento televisivo in diretta così complesso siano prese da professionisti della radiodiffusione e non diventino politicizzate”. Parole inequivocabili accolte non bene dai boss della tv ucraina Ua:Pbc che continuano, infatti, a rivendicare il diritto di ospitare l’Eurovision entro i propri confini.

Cosa succederà adesso? In questo contesto da guerra fredda mediatica, ad agosto verrà ufficializzata la nazione ospitante e da lì prenderanno il via le candidature delle varie città. Anche se, con molta probabilità, sarà il secondo classificato ad aggiudicarsi l’Eurovision. Quindi, il Regno Unito grazie a Sam Ryder e alla sua “Space man” (secondo indiscrezioni, la città sarà Glasgow). Ma l’Italia e, soprattutto, Torino sono ancora disposte a fare sentire la propria voce. «Siamo fortemente convinti che la nostra città potrebbe ospitare di nuovo l’Eurovision - commenta Mimmo Carretta, assessore ai Grandi Eventi del Comune di Torino - Come ha detto il sindaco Lo Russo dopo la fine della manifestazione il 14 maggio scorso, la rassegna è andata molto bene e siamo disponibili e pronti a riaverla da noi. Sì, è vero, nel 2023 dovrebbe toccare alla Gran Bretagna ma, fino a quando non ci sarà una decisione ufficiale, tutto può ancora accadere». «Esatto - commenta Enrico Picciolo di eurofestivalitalia.net, il portale italiano interamente dedicato a Eurovision e aggiornato quotidianamente - Ebu non ha ancora annunciato nella di definitivo, quindi è lecito per Torino continuare a sognare nonostante le speranze di riportarlo in Italia siano minime. Inoltre, ci sono altre nazioni che hanno fatto la loro proposta: sembra che il Belgio abbia preparato un progetto dettagliatissimo». Ma ci sarebbero anche la Polonia, che farebbe volentieri da succursale alla vicina Ucraina, la Spagna, la Danimarca. Insomma, tutti vogliono lo show capace di conquistare l’attenzione di 200 milioni di telespettatori da tutto il mondo e che, per una settimana, hanno portato Torino, il Pala Olimpico e l’Eurovillage del Valentino a essere la capitale della musica. Una magia che si vorrebbe ripetere come nel più bello dei sogni che, in fondo, si sa, non costano nulla.

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