Sette prime, 8 produzioni, 20 spettacoli, 27 giorni di messa in scena e 37 recite. Benvenuti nell’autunno teatrale torinese che trova nel Festival delle Colline di Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, in partenza l’11 ottobre, un fiore all’occhiello. Organizzato come sempre da TpeTeatro Astra, quest’anno il Festival sarà all’insegna delle contaminazioni artistiche grazie alla collaborazione con la Fondazione Merz durante la settimana di Contemporary, a dimostrazione di quanto le diverse forme di espressione possano sempre essere in dialogo tra loro. Filo conduttore della rassegna, non a caso è “confini sconfinamenti”, ovvero un percorso di riflessione che accompagna al superamento dei molti steccati posti tra i linguaggi artisticoespressivi e che ipotizza un affrancamento - per spettacoli e performance, ove possibile - dai luoghi che tradizionalmente li ospitano. Questa la teoria, nella pratica è tutto pronto nel teatro di via Rosolino Pilo per la prima di martedì alle 19 di “El conde de torrefiel - Una imagen interior”.
Lo spettacolo mira a tradurre sul palcoscenico l’immagine di una storia parallela e sotterranea intrecciata con quelli che sono gli effetti di ciò che è possibile trovare fra le pieghe della vita materiale e tutti gli interstizi e i sentieri che, come spettri, attraversano la nostra esistenza e formano quello strato sottostante la superficie e che, nondimeno, parla dell’uomo, sia come singolo che collettivamente. Immagini e parole non sono state scelte allo scopo di catturare l’impressione di realtà che accompagna la vita. Posto di fronte a questo paesaggio di fallimento, lo spettacolo “Una imagen interior” vuole essere un esercizio poetico che esplora i principi del concetto di finzione in costante dialettica con l’indiscutibile legge di gravità universale cui tutti i corpi sono soggetti.
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Questa volta, El Conde de Torrefiel propone l’erotismo dell’immaginazione come alternativa radicale alle finzioni e alle immagini che ci governano. Ed è solo l’inizio di un viaggio che porterà sulla scena contaminazioni e linguaggi diversi, come per esempio, “Queer Picture Show” (13, 14, 15 ottobre), creazione di Irene Dionisio, regista e artista visiva che intende raccontare l’onda del New Queer Cinema. O ancora, “I rifiuti, la città e la morte” (18 ottobre) che porta sul palco un testo di Fassbinder censurato trent’anni fa. E che dire di “Ecloga XI” (16 ottobre) di Andrea Zanzotto che invece riflette sulle ere geologiche, sui confini del tempo, forse non più umano, su quel tempo a disposizione della terra, minacciata dalla devastazione climatica definitiva. Un percorso teatrale che vuole provare e fare riflettere, quindi, e che coinvolgerà in maniera off anche altre realtà torinesi come il Polo del ‘900, il Teatro Gobetti e la Mediateca Rai.
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